Luigi Sbarra segretario Cisl: «Ast strategico, massima attenzione al progetto industriale di chi compra»

Luigi Sbarra segretario Cisl: «Ast strategico, massima attenzione al progetto industriale di chi compra»
di Vanna Ugolini
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Lunedì 3 Maggio 2021, 08:17

Luigi Sbarra, segretario generale Cisl.

Ast in vendita: un momento molto delicato per le acciaierie ternane e anche per quello che rappresentano per il paese. Qual è la posizione della Cisl?

«Noi pensiamo che la vendita di Ast da parte della multinazionale Thyssenkrupp sia una vicenda molto delicate che il Governo deve seguire con molta attenzione e direttamente. L'acciaio è stato giustamente individuato anche dal Ministro Giorgetti come un settore strategico al fine di mantenere una sovranità produttiva per la nostra manifattura. Bisogna difendere questa produzione e tutti i posti di lavoro a Terni, come in tutto il Paese. Abbiamo in questo momento tante aziende del Nord che sono ferme per la mancanza di acciaio e non possiamo aumentare la nostra dipendenza dall'estero. Noi non riteniamo che debba sempre entrare lo Stato direttamente nel capitale dei settori strategici, ma sarà molto importante verificare anche con il sindacato la vera consistenza dei progetti industriali presentati dagli acquirenti. Le acciaierie di Terni dopo anni di difficoltà stanno mantenendo impegni produttivi e chi subentrerà dovrà garantire anzitutto adeguati investimenti tecnologici e commerciali per sviluppare le potenzialità produttive, valorizzare l'occupazione e la sostenibilità ambientale. Attorno alla vendita di questo asset sarebbe davvero ideale rafforzare e costruire la nascita di un polo italiano per la filiera dell'acciaio, rafforzando questa nostra industria sui mercati internazionali. Il governo deve indirizzare queste scelte con il coinvolgimento delle parti sociali».
 

Il territorio ternano è caratterizzato dalla presenza di multinazionali che sono una grande opportunità ma come nel caso recente della Treofan anche un grande problema. Si parla da tempo di regolamentare la presenza delle multinazionali sul territorio. Cosa pensa in proposito?

«Guardi, le multinazionali non devono essere viste come aziende predatrici a prescindere. Abbiamo molti casi di gruppi internazionali che hanno saputo collocarsi e investire nei territori, anche verso le filiere dei fornitori. Ma esistono diversi casi in cui questo atteggiamento costruttivo non è rispettato. Il caso della Whirhpoll è uno dei più eclatanti. L'Italia ha un gran bisogno di attrarre investimenti dall'estero e questo deve essere anche uno degli obiettivi che le risorse del Pnrr devono poter realizzare. Ma alle scelte delle multinazionali vanno posti dei limiti quando puntano a delocalizzare a prescindere, mandando a casa i lavoratori, senza rendicontare e valorizzare incentivi ed agevolazioni ottenute. Delocalizzare una produzione solo per poter guadagnare di più, non deve essere più possibile. Anche su questo versante servono nuove regole che garantiscano stabilità agli investimenti e sicurezza all'occupazione, come accede già in altri paesi europei.
 

Sblocco dei licenziamenti, cosa ne pensa e cosa vorrebbe fosse fatto?

«Noi abbiamo chiesto di prorogare il blocco dei licenziamenti almeno sino a fine ottobre per tutte le categorie, ma di pari passo si dovrà procedere spediti verso la riforma universale e mutualistica degli ammortizzatori sociali, il rilancio vero delle politiche attive, il finanziamento dei contratti di solidarietà e delle misure del sostegno al reddito e, infine, investire sulla formazione, che è la vera sfida.

Solo in questo modo eviteremo che l'indomani della fine del blocco si determinino shock occupazionali ed enormi traumi sociali. Occorre senso di responsabilità da parte di tutti: governo, imprese e sindacati. Ma sara' fondamentale la ripartenza degli investimenti pubblici. Il Pnrr e' una straordinaria opportunità. Il lavoro non arriva per decreto ma attraverso una strategia economica anticiclica ed espansiva che metta in moto crescita, innovazione, innovazione, produttività'».

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