Linda, 96 anni, la pensionata più vecchia della fabbrica: «Agli operai dico: dovete voler bene all'azienda, è il vostro futuro»

Linda, 96 anni, la pensionata più vecchia della fabbrica: «Agli operai dico: dovete voler bene all'azienda»
di Marcello Guerrieri
3 Minuti di Lettura
Venerdì 3 Gennaio 2020, 16:32
Più di 80 anni fa era salita sul palco del Teatro Comunale di Narni per una recita di adolescenti: adesso a quelli bravi viene fatto un applauso, magari regalata una cena da McDonalds. Al tempo dei quattordici anni di Rosalinda Abbati, da tutti detta Linda, il premio consistette in una assunzione immediata alla Elettrocarbonium come apprendista impiegata: al teatro c’era il direttore generale della fabbrica, che rimase stregato da quella bambina. Iniziò così, nel 1929 la storia lavorativa di una donna piena di voglia e di determinazione. Racconta Linda: «Quando si faceva la pausa pranzo nessuno mi offriva un caffè ma solo una gazzosa: ero troppo piccola e pareva brutto». Il suo atteggiamento minuto poi sembrava un ulteriore ostacolo. Chissà in quanti l’avranno sottovalutata, praticamente tutti gli uomini coi quali lavorava.

Luisa, a 108 anni testimonial sicurezza stradale: «Con il mio presepe nel casco ricordo ai ragazzi di non correre»

La fabbrica era ambiente tipicamente maschile e nessuno pensava che la signorina Linda sarebbe stata in grado di scalare tutta la gerarchia, passo dopo passo, giorno dopo giorno, affrontati tutti con indefessa energia, come le viene ricordato tutt’ora. Quando però diventò la responsabile del reparto delle spedizioni, importantissimo in una fabbrica come la Elettrocarbonium, la sorpresa fu grande ma non fu accompagnata da nessuna malevolenza in quanto Linda Abbati se l’era ampiamente meritato e tutti glielo riconoscevano. Comunque nel “suo” reparto tutti avevano smesso di ridacchiare. Un racconto: «Quando venivano i fornitori si stupivano della forza di volontà di Linda, del suo essere minuta e determinata. Ci chiedevano se fosse all’altezza e poi rimanevano sorpresi che lo fosse, eccome» diceva un dirigente come Elio Giulivi che l’aveva vista crescere. D’altra parte la sua voglia di fare non passava inosservata e nemmeno la sua proverbiale memoria nella quale riponeva, all’epoca non c’erano i computer, ogni informazione che “apriva” a comando. «Direttori come Gemmi, Lommi mi gratificavano e mi hanno pure invitato alla direzione generale di Milano, insomma non si dimenticavano di me».

Brunilde, 100 anni a maggio: «Continuo a lavorare nella mia merceria finchè non dovrò usare il bancomat»

Attualmente è la persona più anziana quale ex lavoratrice e sempre le piacerebbe dire la sua. Anche adesso. A dire la verità una volta l’ha pure fatto, quando la fabbrica era ripartita sotto l’infelice gestione di Michele Monachino. Il manager la invitò alla inaugurazione e lei chiese di parlare dall’alto di un impianto: «Dovete voler bene alla vostra fabbrica» ha strillato al microfono verso gli operai nel mentre scendeva il primo elettrodo della ripartenza. «E’ la vostra vita ed il vostro futuro». In tanti, in tantissimi, non hanno trattenuto la commozione, indotta da una minutissima persona con un gran cuore. Dopo quarantaquattro anni Linda Abbati è andata in pensione, è uscita dalla fabbrica. Forse non è nemmeno passata per casa perché se ne è andata al Vescovado dove si è insediata negli uffici della parrocchia. Da quarantasei anni è il braccio economico dei parroci, dal don Giorgio a don Roberto, all’ultimo, don Sergio Rossini e gli fa vivere sonni tranquilli. Lei, Rosalinda Linda Abbati, detta Linda, caschi il mondo quelle quattro cinque ore di attività, di controllo, di stimolo la fa. Tutti i giorni, con la stessa determinazione che aveva in fabbrica, anche adesso nella sua veste di volontaria. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA