Dalla Madonna Benois alle memorie
Vitruviane, il Leonardo da vedere

Dalla Madonna Benois alle memorie Vitruviane, il Leonardo da vedere
di Francesca Duranti
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Lunedì 29 Luglio 2019, 22:15
PERUGIA - In principio fu Vitruvio a studiare le proporzioni, le forme architettoniche e le macchine, poi arrivò Leonardo che citandolo più volte approfondì e sviluppò macchine e proporzioni. Siccome Vitruvio era di Fano - per sua dichiarazione, seppure non diversamente documentata - nell’anno del cinquecentesimo anniversario dalla morte del genio toscano, a Fano hanno voluto Leonardo che Vitruvio citò numerose volte nei suoi scritti, con cinque fantastici disegni e memorie Vitruviane. Il tutto con largo contorno di digitale, realtà aumentata e immersività, dove l’attrazione più divertente è il mirroring dell’Uomo vitruviano, una proiezione interattiva che permette ai visitatori di sovrapporre il proprio corpo al celeberrimo modello, confrontandosi con le proporzioni perfette. Nell’ambito delle tante iniziative in Italia e all’estero per l’anniversario leonardesco, si registrano mostre e approfondimenti diffusi anche nei piccoli centri, come questo a Fano, ma nelle Marche, a Fabriano, è stata esposta anche la Madonna Benois, ora alla Galleria Nazionale dell’Umbria a confronto con Perugino (fino al 4 agosto).

Il progetto espositivo “Leonardo e Vitruvio: oltre il cerchio e il quadrato. Alla ricerca dell'armonia. I leggendari disegni del Codice Atlantico”, inserito nella splendida cornice del Museo Archeologico e Pinacoteca del Palazzo Malatestiano (fino al 13 ottobre), presenta eccezionalmente cinque disegni dal “Codice Atlantico” conservato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, scientemente scelti dai curatori Guido Beltramini, Francesca Borgo e Paolo Clini, che hanno intrapreso una indagine sistematica e a tutto campo dell’incontro-scontro fra i due personaggi. Disegni, che ci raccontano il pensare di Leonardo con la penna in mano, dove si ammirano gli errori, spesso più interessanti rispetto alla perfezione alla quale il genio ci ha abituati. Il capolavoro della mostra è senza dubbio il tentativo di “Quadratura del cerchio”, uno dei tanti disegni presenti nel Codice Atlantico che in 176 tentativi di quadratura, ci regala un’opera ad inchiostro dalla minuzia di un miniaturista. Centosettantasei cerchi che affollano il foglio, ordinati in nove filari, dove Leonardo sembra arrivare ad un gioco grafico tale da trascendere ogni tipo di giustificazione matematica, e dove le intersezioni ci regalano un caleidoscopio di petali, fiori e stelle. 

La selezione dei disegni in mostra copre l’intero periodo d’attività dell’artista: dagli ultimi decenni del Quattrocento ai primi del Cinquecento, spaziando da progetti per macchine militari, per la misurazione del tempo e della distanza (l’odometro), fino a fogli di soggetto architettonico (la sezione del tiburio della cattedrale di Milano) e infine geometrico con le ‘lunule’ per gli esercizi della quadratura del cerchio. La mostra presenta un allestimento attento che permette di osservare i fogli da vicino e nel dettaglio, invitando a una osservazione intima e ragionata dell’autografo leonardesco. Il supporto di strumenti multimediali è indispensabile per la piena fruizione e comprensione delle opere che ti guidano lo sguardo, aiutando lo spettatore a decodificare i dettagli più minuti dei disegni e la scrittura speculare di Leonardo. E ancora tecnologia nell’ innovativo laboratorio digitale – didattica per grandi e piccini - allestito in una sezione specifica, che permetterà ai visitatori, tramite una app in realtà aumentata, di esplorare in alta definizione i disegni di macchine di Leonardo. In un grande imagewall a parete è possibile interagire con le macchine ricostruite digitalmente attraverso libere interazioni gestuali, che ti permettono di scomporne e ricomporne i meccanismi per comprenderne meglio il funzionamento e di metterle in azione, lanciando ad esempio un dardo con la balestra gigante o misurando una distanza con l’odometro.
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