«Leaving Violence. Living Safe». Anche Orvieto nella rete territoriale a supporto delle donne migranti che hanno subito violenza

«Leaving Violence. Living Safe». Anche Orvieto nella rete territoriale a supporto delle donne migranti che hanno subito violenza
di Monica Riccio
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Venerdì 11 Dicembre 2020, 12:25

 "Leaving Violence. Living Safe" è un progetto promosso da D.i.Re Donne in rete contro la violenza, una rete nazionale che raccoglie 81 centri antiviolenza, non istituzionali e gestiti da donne sparsi sul territorio italiano, in collaborazione con Unhcr - Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. 

Giovedì 10 dicembre, su piattaforma telematica, si è tenuto il primo incontro volto alla creazione di una rete territoriale a supporto delle donne migranti vittime di violenza. L'incontro, richiesto dal centro antiviolenza l'Albero di Antonia di Orvieto, si colloca appunto all'interno del progetto "Leaving Violence. Living Safe".

Il progetto, avviato tre anni fa, ha visto l'adesione di 71 centri antiviolenza, tra cui, a partire da quest'anno, anche quella dell'Albero di Antonia di Orvieto. "Il lavoro - spiegano dal centro di Orvieto - è nato con l'intento di facilitare l'accesso ai centri antiviolenza, ai servizi e alle altre risorse del territorio da parte di donne migranti richiedenti asilo e rifugiate, in considerazione del fatto che la maggior parte di esse ha subito violenza nel paese di origine, durante il viaggio in Europa o anche nel nostro Paese."

Questo primo incontro della rete territoriale è stato animato da uno scambio proficuo e propositivo grazie alla partecipazione di Valentina Torri, psicoterapeuta esperta del progetto Lvls che ha illustrato la metodologia per entrare in contatto e supportare efficacemente le donne migranti, e agli interventi delle operatrici del centro antiviolenza L’Albero di Antonia e della mediatrice, Delia Salemi, che ha seguito una formazione specialistica all'interno del progetto Lvls.

Preziosa la presenza di Francesca Barbini, vicesindaco di Ficulle, e di Doriana Barbanera, responsabile dell'area migranti per la coop. sociale il Quadrifoglio. Sono intervenute inoltre Anna Taudul, mediatrice culturale, attiva presso lo sportello informativo immigrazione e Letizia Cavallari, insegnante di italiano per stranieri; presente anche Claudia Cordovani, responsabile dell'Ufficio di Cittadinanza della Zona Sociale n.12.

"Sebbene nel territorio orvietano non ci siano strutture di accoglienza per donne richiedenti asilo e rifugiate - spiegano dall'Albero di Antonia di Orvieto - nondimeno le donne migranti che vi risiedono superano le 2.000 unità, rappresentando di fatto una fetta considerevole della popolazione; è importante quindi riuscire a entrare quanto più in relazione con questa realtà, molteplice e variegata per saperne individuare le difficoltà, in modo da permettere a tutte le donne migranti, di uscire dalla situazione di violenza affermando i propri diritti.

In questo senso, il centro antiviolenza rappresenta un luogo sicuro per qualunque donna, italiana e migrante, che abbia la necessità di sentirsi accolta, ascoltata, creduta; un luogo dove non le viene indicato un percorso da seguire ma dove può pensarlo e costruirlo lei stessa a partire dai suoi bisogni, che vengono spesso individuati e riconosciuti solo nel momento in cui le viene concesso lo spazio per farlo.
Perché i bisogni della donna trovino risposte - aggiungono - è infine necessaria una rete territoriale attenta e operativa, animata da soggetti capaci di individuare correttamente le vulnerabilità delle donne migranti e che siano in dialogo continuo con il centro antiviolenza."

L'incontro si è concluso con la proposta di un nuovo tavolo di discussione, previsto per il mese di gennaio 2021, al fine di valutare proposte e possibilità per questo percorso appena inaugurato.
 

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