Orvieto città dello smartworking: le strategie per attirare i nomadi digitali

Al Digipass di Orvieto l'incontro rivolto a strutture ricettive e proprietari immobiliari, la sindaca Tardani: «Fondamentale l'apporto dei privati per dare gambe al progetto» COMUNICATO STAMPA del 6.2.23

Orvieto città dello smartworking: le strategie per attirare i nomadi digitali
di M.R.
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Lunedì 6 Febbraio 2023, 20:20 - Ultimo aggiornamento: 22:05

Le opportunità dello smartworking per rendere attrattiva la città non solo dal punto di vista turistico. Il tema è stato discusso sabato 4 febbraio alla sala Digipass della biblioteca comunale “Luigi Fumi” nel corso dell’incontro “Orvieto best place to smartwork - Istruzioni per l’uso”. Un appuntamento riservato agli operatori delle strutture ricettive (alberghi, B&B, agriturismi, case vacanze, etc), alle agenzie immobiliari e alle agenzie di viaggio che fa seguito all’accordo tra il comune di Orvieto e HqVillage, la piattaforma digitale che mette in contatto borghi e città con le community di smart workers e nomadi digitali.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti la sindaca di Orvieto e assessora al Turismo, Roberta Tardani, il co fondatore di Hq Village, Luca Piras, il destination manager Giancarlo Dell’Orco, Giulia Vinci dell’associazione DestinAction, e i rappresentanti delle categorie coinvolte che hanno avuto la possibilità di fare domande e approfondire l’argomento.

«Nel Mondo - è stato detto - si stima che nel post pandemia il numero di smart workers e nomadi digitali abbia superato il miliardo. Secondo il Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia 2022, l’87% dei nomadi digitali cercano un alloggio per un soggiorno oltre 1 mese, il 20% del totale oltre i 6 mesi, il 42% vivrebbe in Italia 1 anno intero, il 73% cerca case in affitto, il 64% spenderebbe mensilmente meno di 1.000 euro, il 36% più di 1.000 euro».

«Un importante e necessario momento di approfondimento e confronto - spiega la sindaca Tardani - per dare gambe a un progetto che coinvolge la parte pubblica ma che necessita della condivisione e dell’apporto dei privati. Come amministrazione dobbiamo sapere intercettare le necessità di smart workers e nomadi digitali e garantire loro non solo esperienze che li facciano sentire cittadini temporanei ma anche servizi essenziali, a partire da una connessione web efficiente. In questo senso ci sono progetti in corso di importanti operatori del settore delle telecomunicazioni per estendere la fibra anche alle frazioni. Allo stesso tempo, da parte delle strutture ricettive e dei proprietari immobiliari è fondamentale il contributo per assicurare una accoglienza adeguata e dedicata ai bisogni di questa categoria emergente di persone. Da luglio scorso - aggiunge - Orvieto è presente nella piattaforma di HqVillage con quanto di meglio ha da offrire in termini di qualità della vita e servizi. L’incontro che abbiamo promosso è servito a creare una massa critica di strutture per poter cominciare a rispondere a una domanda che già c’è. Turismo e residenzialità - conclude - sono gli assi di riferimento della nostra azione e le opportunità dello smartworking possono essere il passaggio intermedio che può aiutarci a destagionalizzare i flussi, intercettare target altospendenti, proporre Orvieto come luogo da vivere e quindi contrastare lo spopolamento».

“Attrarre smart workers e nomadi digitali è una sfida globale - afferma Luca Piras, intervenuto anche a nome dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali - e in tutto il mondo nazioni, governi, regioni e città stanno varando iniziative, agevolazioni e visti speciali per riuscire ad attrarli. Quello che vogliono gli utenti è selezionare in pochi e semplici passi le migliori destinazioni con spazi di lavoro gratuiti e alloggi adatti per soggiorni medio-lunghi. Non cercano solo posti belli, ma servizi, esperienze e una comunità locale accogliente che li faccia sentire come a casa».

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