Le donne ternane e narnesi hanno confezionato la "sciarpa delle pari opportunità". E' lunga trenta metri

Annamaria Diamanti al lavoro per la sciarpa delle Pari Opportunità
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Mercoledì 21 Ottobre 2020, 18:30 - Ultimo aggiornamento: 19:07

Viene esposta all’Auditorium di San Domenico la grande sciarpa lunga trenta metri: ideata dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Narni, è stata una operazione di coinvolgimento sociale, che racconta e raccoglie le storie delle donne e le imprigiona nelle sue maglie per essere condivise con altre donne. Ci hanno lavorato circa 100 sferruzzatrici, donne giovani e meno giovani, di ogni condizione sociale, culturale e professionale. Durante il confinamento è stata usata per la didattica a distanza del Centro Diurno “Il Faro”, per l’invecchiamento attivo del Centro Sociale Ancescao Narni Scalo, da altre donne, e si è trasformata in una rosa, simbolo di femminilità, denominata della resilienza, per rappresentare e raccontare i disagi del momento e la violenza domestica subita dalle donne durante il lockdown.

Proprio per questo motivo la sciarpa, insieme ad una documentazione fotografica, rimarrà esposta per un lungo tempo all'Auditorium.

La sciarpa misura oltre 30 metri è stata assemblata da Carla Arbuatti e Marita Mattorre del Centro Sociale Ancescao, le quali hanno lavorato per unire i pezzi che le donne hanno “prodotto” ognuna per conto proprio in questo ultimo periodo. 

I colori della sciarpa hanno scandito i diversi momenti.

Rosso nel mese di novembre a rappresentare la violenza sulle donne, bianco nel periodo di Natale in rappresentanza di solidarietà e accoglienza, nero nelle giornate della memoria e del ricordo, rosso con le spille per la giornata contro l'infibulazione, giallo per marzo il mese della donna, ma poi è iniziato il lockdown e  i colori si sono ingarbugliati, le donne hanno usato quello che avevano a disposizione, si è vestita coi colori della bandiera italiana è stata usata  ancora una striscia nera a simboleggiare e a ricordare le vittime del covid-19 e poi ancora colori diversi  e una fascia  rossa per le vittime di violenza domestica e applicazioni, pon pon, fiori e colori arcobaleno contro tutte le  discriminazioni sociali e l'omolesbotransfobia....

“Il lavoro a maglia continua, accoglie, abbraccia, scalda, consola, chi vuole può affidare la propria storia a quelle maglie, bella o meno che sia, unisce tante donne, è una testimonianza di un periodo storico importante di grande cambiamento sociale – spiega Maria Cristina Angeli, la promotrice dell’iniziativa - Chi vuole può continuare a sferruzzare a casa con quello che ha a disposizione e consegnare poi il lavoro. Il distanziamento sociale non permette più di lavorare di seguito usando e passandosi gli stessi ferri”.

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