Numerosi i casi eclatanti accertati. Si va dall’attività di ristorazione con sala da ballo, che risulta aver impiegato contemporaneamente 9 lavoratori in nero, a quella di un ristorante che impiegava la metà dei dipendenti in nero, a quella di un night club con 2 addetti al bar ed alla vigilanza e 6 barman senza alcun contratto di lavoro, oppure il caso di un ristorante/catering per eventi e banqueting per la cui attività si avvaleva della collaborazione di 43 lavoratori senza alcun contratto di lavoro e di altri 33 con contratto irregolare.
L'attività operativa delle fiamme gialle non punta soltanto al recupero delle imposte e dei contributi evasi ma, anche, ad individuare casi di sfruttamento dell’immigrazione clandestina. Come nel caso di un controllo nei confronti di un autolavaggio del capoluogo, nel corso del quale è stato scoperto un lavoratore in nero sprovvisto di qualsivoglia documento utile all’identificazione. I successivi accertamenti hanno permesso di rilevare che si trattava di un minorenne, di nazionalità egiziana, che era entrato irregolarmente in Italia e si era allontanato volontariamente da un centro di accoglienza straordinaria per minorenni non accompagnati situato in Sicilia.
Nei confronti del datore di lavoro è scattata la denuncia all’autorità giudiziaria per aver occupato alle proprie dipendenze un lavoratore straniero privo del permesso di soggiorno, con l’aggravante delle condizioni particolarmente degradanti in cui il minorenne e altri lavoratori prestavano la propria attività.
«Il contrasto all’economia sommersa, nella duplice forma dell’evasione totale e dello sfruttamento della manodopera irregolare o “in nero”, costituisce una linea d’azione fondamentale nell’ambito delle funzioni di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, anche a tutela delle imprese che operano nel rispetto della legge e che sono danneggiate dalla concorrenza sleale di chi opera nell’illegalità» fanno sapere dal comando provinciale.
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