Terni, l'arrivo dei giganti
Confartigianato:
«La tempesta perfetta, colpa
dell'immobilismo del Comune»

Assemblea degli artigiani di Terni
di Aurora Provantini
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Giovedì 22 Luglio 2021, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 09:12

«Gli strumenti urbanistici capaci di programmare uno sviluppo commerciale che tenga conto dello stato di salute della città mancano e questo è un fatto incontrovertibile grave che va assolutamente risolto». Mauro Franceschini, presidente di Confartigianato Imprese Terni, critica la politica che sta favorendo la nascita di sempre nuove attività nei centri commerciali. «Non se ne può più di assistere a nuove aperture nell'immediata periferia e alla chiusura di attività storiche nel cuore di Terni», fa eco il direttore Michele Medori. Per Stefano Amici, della storica Pasticceria Pazzaglia, è necessario intervenire al più presto: «A noi titolati di pubblici esercizi non da fastidio la nascita di altre attività. A noi preoccupa non ricevere le stesse attenzioni che vengono rivolte ad altri». Fa un discorso da capofamiglia. «Ho due figli - argomenta Amici - e non mi è mai saltato in mente di favorirne uno a scapito di un altro. Invece sembra che la politica faccia discriminazioni. Alle attività che investono nei centri commerciali vengono garantiti accessi facili e parcheggi gratuiti, a noi esercenti del centro no. Non chiediamo privilegi piuttosto pari attenzioni».
«La pubblica amministrazione deve fare qualcosa - interviene Bruno Felici, del ristorante La Cruda - qualsiasi cosa. Deve tenere conto che noi stiamo tornando a lavorare adesso dopo mesi di chiusura imposta dalle misure di contrasto alla pandemia, e che gli interventi di rigenerazione urbana e di rivitalizzazione del centro sono necessari per attrarre flussi». «Andiamo oltre le fumose polemiche tra Comune e Confcommercio - dichiara Medori - e chiediamo una normativa che regolamenti le autorizzazioni, perché il commercio del centro città si trova sotto una tempesta perfetta determinata dall'assedio dei centri commerciali e dall'immobilismo di Palazzo Spada, che si trincera strumentalmente dietro lo stato di dissesto».
«Più volte abbiamo denunciato, in solitudine, che le politiche sbagliate e le omissioni hanno reso il nostro territorio ostile all'attività d'impresa evidenzia Franceschini - e sono convinto che non ci sarà alcun rilancio se non si ricostruiscono le condizioni di competitività delle aziende». «Servono interventi immediati e idee chiare», secondo Medori. «Occorre soprattutto liberare le imprese dal peso delle imposte e della burocrazia. Iniziamo col riequilibrare l'incidenza eccessiva e penalizzante della Taric - propone il direttore di Confartigianato - che discende sia da scelte locali, ovvero dall'eccessivo sbilanciamento delle tariffe a scapito delle utenze non domestiche, sia dall'inerzia nel recepire le interpretazioni migliorative quando vanno a favore delle imprese». «Iniziamo col richiedere alle imprese pubbliche o partecipate che gestiscono i servizi, una riduzione dei prezzi agli utenti basato su riorganizzazioni e incrementi della loro efficienza interna rilancia Franceschini - invece di continuare ad assistere al tradizionale scaricamento automatico dei costi di struttura sull'utenza. Iniziamo con un piano di valorizzazione del centro. A riguardo la nostra associazione ha fatto negli anni proposte che sono ancora attuali. Basterebbe recepirle e iniziare ad attuarne qualcuna».

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