L'inchiesta/2 La Usl 2: «Gli sforamenti delle Pm 2.5 ci costano 37 morti in più l'anno»

L'inchiesta/2 La Usl 2: «Gli sforamenti delle Pm 2.5 ci costano 37 morti in più l'anno»
di Nicoletta Gigli
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Sabato 25 Gennaio 2020, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 12:27
Se a Terni si riuscisse a portare il pm 2,5 al valore guida dell'organizzazione mondiale della sanità, nel lungo periodo ci sarebbero in media 78 decessi l'anno in meno, con una forbice compresa tra 51 e 102. Diminuirebbero di 8,6 anche gli attuali 86 decessi l'anno causati da tumore del polmone. Se invece l'inquinante fosse ridotto al livello della media italiana avremmo, sempre nel lungo periodo, 37 decessi in meno. I dati sono contenuti nel dossier 2014-2018 dedicato alla situazione epidemiologica e alla valutazione dell'impatto sulla salute degli inquinanti ambientali nel Comune di Terni, curato da Armando Mattioli e Ubaldo Bicchielli, del dipartimento di prevenzione dell' Usl Umbria2. Un documento di quaranta pagine, fitto di numeri di non semplice decodificazione, che studia le concentrazioni di pm10 e pm2,5, gli inquinanti che provocano il maggiore impatto negativo sulla salute, sia in termini quantitativi che qualitativi. Le stime dicono che la riduzione del pm 2,5 di 1 e del pm10 di 1,43 microgrammi per metro cubo salverebbe una media di 8 vite l'anno. Rispetto ai mille e 340 decessi in un anno, quelli attribuibili all'inquinamento sono 29,6, il 7 per cento del totale. Con gli effetti più marcati sui casi di mortalità cardiovascolare, oltre ad un importante incremento di ricoveri legati a patologie respiratorie, che sono mille e 426. I numeri più recenti sono nel documento di venti pagine che l'unità di progetto Ambiente e salute, coordinata da Mattioli e Bicchielli, ha prodotto due mesi fa in sede di conferenza dei servizi. «E' certo che esistono problemi di salute rilevanti nel territorio del comune - si legge - a partire da quanto indicato nello studio Sentieri, che ha effettuato il confronto della popolazione di Terni con quella dell'Umbria nel suo complesso». Lo studio dice che «si osservano eccessi nei ricoveri per le malattie respiratorie, di interesse a priori per le esposizioni ambientali presenti nell'area. La presenza contemporanea di eccessi del tumore polmonare e delle malattie respiratorie in uomini e donne, ai quali possono aver contribuito le abitudini al fumo e l'inquinamento dell'aria anche di origine industriale, ed eccessi del mesotelioma pleurico negli uomini in un polo siderurgico, richiede l'avvio di un approfondito e sistematico piano di monitoraggio ambientale e di sorveglianza epidemiologica finalizzato all'individuazione e all'abbattimento delle sorgenti di inquinamento atmosferico». Il progetto Sentieri è la prima trattazione sistematica dell'impatto sanitario della residenza nei Sin, i siti di interesse nazionale inquinati da bonificare. Per il sito di Terni-Papigno, le conclusioni dello studio 2018 confermano «eccessi statisticamente significativi di Terni rispetto all'Umbria di mortalità generale, ospedalizzazione per le malattie respiratorie, incidenza totale dei tumori e ospedalizzazione per l'insieme dei tumori». Evidenziano poi «l'eccesso di incidenza del tumore del polmone, eccessi statisticamente significativi nel genere maschile, suggestivi di esposizioni occupazionali, di Terni rispetto all'Umbria, di incidenza di mesotelioma della pleura e leucemie croniche». Ed ancora «eccessi statisticamente significativi, in entrambi i generi, di Terni rispetto all'Umbria, di incidenza del tumore del tessuto linfatico e, nelle donne ternane, di leucemie e tumori del seno. Negli uomini sono rilevanti i tumori del sistema nervoso centrale e della tiroide». Nell'edizione del 2018 per la prima volta Sentieri studia anche l'età pediatrica, adolescenziale e giovanile. Mettendo in evidenza numerose criticità.
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