Silvio Orlando: «Siamo tutti un po'
vigliacchi. Questo è uno spettacolo
per riflettere, con la giusta ironia»

Silvio Orlando: «Siamo tutti un po' vigliacchi. Questo è uno spettacolo per riflettere, con la giusta ironia»
di Michele Bellucci
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Lunedì 28 Ottobre 2019, 19:27
PERUGIA - Tornerà ad alzarsi domani sera, martedì 29 ottobre, il sipario del Teatro Morlacchi, con il primo spettacolo della nuova Stagione di prosa che vedrà sotto i riflettori Silvio Orlando con “Si nota all’imbrunire (Solitudine da paese spopolato)”. L’opera, firmata da Lucia Calamaro e co-prodotta dal Teatro Stabile dell’Umbria, è dedicata a un tema di grande attualità come la “solitudine sociale” e inaugurerà anche la Stagione del Ronconi di Gubbio (lunedì 4) e quella del Comunale di Todi (martedì 5). Nel cast a fianco di Orlando, che sarà tra i protagonisti dell’attesa serie sorrentiniana The New Pope, ci saranno Vincenzo Nemolato, Roberto Nobile, Alice Redini e Maria Laura Rondanini. La serata si aprirà con il saluto del Sindaco Andrea Romizi che, insieme al presidente TSU Brunello Cucinelli, aggiornerà i cittadini sullo stato dei lavori di ristrutturazione del teatro perugino.

Silvio Orlando, come sta andando questo spettacolo?
Ha avuto un buon successo nonostante si tratti di un vero e proprio esperimento. Fortunatamente è riuscito e ringrazio i direttori dei teatri che ci hanno creduto, a partire dal TSU.

Il TSU ci crede molto, dato che vi ha affidato varie inaugurazioni…
Sì, è una cosa che naturalmente mi emoziona. Penso che lo spettacolo abbia le caratteristiche giuste, perché è innovativo ma non rappresenta una fuga in avanti. Il tono è adatto ai nostri tempi.

La Calamaro ha dichiarato che lei è perfetto per questo ruolo, concorda?
È una cosa che ha scritto prima di conoscermi! Io faccio questo lavoro, cerco di collegarmi con l'anima delle cose e quindi anche con quella di chi sta seduto in sala. Il vero problema del teatro, nonché sua grande ricchezza, è che crea un momento unico e irripetibile, quindi chi è in scena deve stare sempre acceso per creare questa empatia. Penso che negli anni ho mantenuto la cosa più bella degli attori agli esordi, quando sono acerbi e rozzi: quel candore che nasce dallo scoprire le cose man mano che le dici.

Si è ritrovato nel ruolo che interpreta?
Ognuno ha in famiglia quel personaggio lì. Qualcuno che “ho lasciato non mi ricordo più neanche dove e ho dimenticato anche il perché”. In fondo siamo tutti un po' vigliacchi, dato che il malessere ci dà ansia, per questo tendiamo ad allontanare ciò che non ci piace. Invece quel personaggio se lo trovano in scena, come monito. Spero che le persone tornando a casa si portino dietro qualche domanda.

La "solitudine sociale" è un problema legato alla terza età?
No, tocca tutti e infatti anche nello spettacolo ci sono varie generazioni rappresentate. Perché oggi come oggi si cerca di fare a meno delle persone. Basta pensare all'intelligenza artificiale, algoritmi che renderanno tutti irrilevanti. Certo, prima colpisce gli anziani ma poi gente sempre più giovane… è un tarlo.

Eppure “Si nota all’imbrunire” è una commedia…
Sì, infatti si ride tanto ma in questa commedia l’ironia non diventa mai sarcasmo o cinismo, cosa che svuoterebbe la gravità del problema. È uno spettacolo totalmente imperfetto ed è interessante per questo.
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