Narni si sveglia all'alba e balla nei teatri: è la rivoluzione di Sacco e Montanari

Narni si sveglia all'alba e balla nei teatri: è la rivoluzione di Sacco e Montanari
di Aurora Provantini
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Martedì 21 Giugno 2022, 16:39 - Ultimo aggiornamento: 16:41

NARNI - Dalla magnifica alba all’Ala Diruta al caffè con Francesco Montanari. Sabina Guzzanti non è stata la sola ospite di “Narni città teatro” ad essersi mescolata con il pubblico. Per tre giorni il borgo medievale dell’Umbria del Sud si è trasformato in un palcoscenico a cielo aperto. Ospitando trenta spettacoli al Manini e in tutti gli altri luoghi della cultura di cui Narni è espressione. Attori, musicisti, registi, acrobati, poeti e scrittori, si sono ritrovati a volto scoperto, per la prima volta senza mascherina, nei vicoli di Narni come se in quella cittadina ci fossero cresciuti. Lorenzo Lucarelli, il neosindaco che ha assistito alla nascita del festival da assessore, non si è presentato con la fascia tricolore. Ci è andato in camicia, agli spettacoli e nel backstage a complimentarsi con i protagonisti. Tra gli appuntamenti, il debutto nazionale di “Scritti sull’arte” da Karl Marx in cui Sacco è regista di una “rivoluzione” che coinvolge i 99 Posse, band che nasce negli anni Novanta come volantino del centro sociale Officina 99 di Napoli, e la presentazione del lavoro di Montanari “Play hause”. A mezzanotte l’attore e regista varca una porta ed entra nella sala del camino del seicentesco palazzo Eroli, catapultando lo spettatore all’interno di tredici quadri della vita di un uomo e una donna: situazioni di una sorta di Via Crucis all’interno della crisi di coppia della società occidentale, che interpreta da solo. «E’ stata un’ edizione straordinaria – commenta il sindaco Lucarelli - un po' per l’atmosfera che ha generato e un po' per i cento artisti che ha fatto arrivare». Da record. Chiusa con le note immortali del maestro Morricone alla Rocca Albornoz e con il tutto esaurito della maggior parte degli appuntamenti in programma. Tra cui lo spettacolo “Every Brilliant Thing” per la regia di Fabrizio Arcuri, che ha diretto un coinvolgente Filippo Nigro impegnato nel racconto di una lista di oggetti, ricordi e parole che si accumulano nell’arco di una vita di un uomo, disegnandone il suo significato più intimo. Emozionante anche l’installazione “Nella solitudine dei campi di cotone” di Bernard-Maria Koltès, con la regia di Mario Martone e il riallestimento firmato da Arcuri. Ancora più avvincente “Uno spettacolo di fantascienza”, scritto, diretto e interpretato da Liv Ferracchiati, in scena insieme ad Andrea Cosentino e Petra Valentini. Tanti linguaggi. Tanti aspetti della vita. Che Sacco e Montanari hanno esplorato insieme al pubblico.

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