La generazione Covid all'esame di maturità: «Finita la prova stappiamo una bottiglia di prosecco tutti insieme»

Lorenzo Isidori e Jacopo Crisanti
di Aurora Provantini
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Giovedì 17 Giugno 2021, 15:15

terni «Anche se non abbiamo le prove scritte questo è il nostro esame di maturità e ce lo ricorderemo per tutta la vita». Mancano tre minuti alle 8,30 e il primo studente ad entrare all'Istituto Classico e Artistico, emozionatissimo, è accompagnato dal nonno: «E’ lui che mi sostiene ad ogni esperienza ed è lui che ho voluto accanto in questo giorno speciale». Un’ora dopo, di fronte a tutte le scuole superiori di Terni si vedono gruppi di ragazzi con la bottiglia di prosecco in mano, in attesa che escano i loro compagni. «Non la tiriamo mica, la stappiamo per brindare ad un evento unico» – dicono sorridendo dietro la mascherina. Qualcuno ha con sé anche un mazzolino di fiori: «Per mia sorella, che è ancora dentro e non ha voluto nessuno ad assisterla perché è molto timida». Lorenzo Isidori, classe quinta D del liceo scientifico Galileo Galilei, indossa una camicia scura. Ha appena terminato l’esame: «Non è stata una passeggiata. E’ stato un esame impegnativo che mi ha generato una forte tensione. Alla fine però debbo ammettere che è andato tutto bene e mi aspetto di uscire con un voto alto, considerata anche la buona media». E’ uno dei maturandi che non si è ancora vaccinato: «Ho preferito non rischiare di avere reazioni che avrebbero potuto rallentare la mia preparazione, così ho deciso di rimandare. Mi vaccinerò prima di iniziare il percorso universitario a Bologna, presso la facoltà di ingegneria aerospaziale». Lorenzo si è fatto assistere dal suo migliore amico, Jacopo Crisanti, compagno di classe. «E’ stato bravissimo - dice Jacopo di Lorenzo - ed ha esposto il suo elaborato in maniera esemplare». A lui tocca lunedì 21 giugno 2021. «Sarò l’ultimo della mia classe a sostenere l’esame - spiega Crisanti - e   parte la giornata dedicata a Lorenzo, resterò in casa per ripassare il programma». In camicia bianca invece Lanvin D’Souza, che brinda insieme a Lorenzo e Jacopo: «Oggi per noi si conclude un quinquennio difficile per le difficoltà incontrate a causa della pandemia, che ha portato più volte alla sospensione delle lezioni in presenza. L’esame è stato…un esame! Il primo scoglio vero della nostra vita da studenti, che ci sarà sicuramente d’aiuto per il nostro futuro accademico». Anche Lanvin ha scelto la facoltà di ingegneria, a Perugia però, e anche lui ha deciso di fare la maturità senza vaccinarsi. Il terzo ad essere esaminato, della quinta E, è stato Andrea Ciommei, che si presenta alla commissione accompagnato dal papà: «Visto che poteva assistere solo una persona ho scelto mio padre perché è quello che mi da più sicurezza e che solitamente mi calma, anche in considerazione del fatto che mia mamma era visibilmente agitata».

Andrea era elegantissimo: in abito scuro e camicia chiara. Lui ha ricevuto la prima dose di Pfitzer, al Casagrande, il 9 giugno, quando la Regione ha aperto ai maturandi, e a settembre si trasferirà a Torino per studiare Scienze Strategiche. «Ho passato la notte prima degli esami sui libri – dice Andrea – a parte quel quarto d’ora in cui sono andato in piazza dell’Olmo per intonare la canzone di Venditti, perché la maturità è sempre la maturità».

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