«La barca è affondata», alla Tct di Terni il dolore degli operai che saranno licenziati il 21 maggio

«La barca è affondata», alla Tct di Terni il dolore degli operai che saranno licenziati il 21 maggio
di Claudia Sensi
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Sabato 13 Maggio 2023, 13:03 - Ultimo aggiornamento: 13:21

«La barca è affondata». Dumitru è romeno, ha 44 anni, è sposato ed ha un figlio piccolo. Lavora alla Tct dal 2007, ma non ha molte speranze di conservare il suo posto di lavoro. L'incertezza del futuro, di come mantenere la famiglia angustia i 51 dipendenti dell'azienda che taglia e spedisce i prodotti del Tubificio. C'è grande preoccupazione sotto il Comune di Terni dove si sono ritrovati in presidio lavoratori e sindacati, la prima presa di posizione dopo l'ufficializzazione della procedura di licenziamento collettivo.

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Giuliano ha 53 anni ed è tra i primi assunti in azienda. «Lavoro qui da 27 anni, ho due figlie di 22 e 14 anni. La grande va all'università - dice con orgoglio - servono tanti soldi. Ora come farò? A questa età chi ti assume?». Anche Paolo è stato tra i primi ad essere assunto alla Tct, 27 anni fa. «Io ho 50 anni e un figlio. Dovrei ricominciare da capo sperando poi di trovare un posto, che a questa età non è facile». Alex di anni ne ha 35, moglie e due figli di 3 e 11 anni. È in azienda da 13 anni. «Certo, la prospettiva di dover cercare un altro lavoro non è affatto allettante. E' da quasi un anno che fra Tct ed Ast c'è questo tira e molla e noi li in mezzo. Siamo veramente esasperati». «Noi siamo in mezzo a questo gioco di potere tra imprenditori - rincara Valerio, 40 anni, che lavora in Tct da 18 anni - siamo rimasti appesi agli impegni presi da entrambe le parti di tutelare la nostra occupazione e questo è il momento in cui i nodi vengono al pettine e si faranno i conti con le promesse. Noi ci attendiamo delle risposte per il nostro futuro, per il posto di lavoro. La perdita del posto di lavoro mette davanti a grosse difficoltà, ma ci aspettiamo che il nostro futuro sia questo, in azienda. Anche perché 51 persone in una città come Terni quando ce la possono fare a trovare un altro lavoro?». Mentre i lavoratori sono con il fiato sospeso arriva la convocazione del cavalier Arvedi per un tavolo di confronto lunedì mattina. «Chiederemo concretezza rispetto agli impegni presi. Avevano detto che avrebbero fatto atti concreti - evidenzia Daniele Moretti della Fiom Cgil - nel momento in cui si fosse verificata la problematica dei licenziamenti, ecco ora è reale, c'è la procedura di licenziamento attiva. Adesso è il momento dei fatti». Nel frattempo una nota aziendale specifica: «Tubificio di Terni prende atto della decisione unilaterale di Tct Srl di interrompere le attività imprenditoriali a partire dal 22 maggio 2023 e di avviare una procedura di licenziamento collettivo, nonostante il contratto d'appalto in essere con Tubificio di Terni che scade nel marzo 2024. L'interruzione arbitraria e illegittima del rapporto contrattuale con Tubificio di Terni causerà ulteriori danni, che saranno addebitati ai responsabili. Ast conferma che contribuirà a risolvere, nella misura a lei possibile, le eventuali criticità occupazionali che dovessero insorgere, nei tempi e con le necessarie modalità».

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