L'assessore Coletto: «Varianti a Terni: cluster presenti sul territorio e ospedalieri»

L'assessore Coletto: «Varianti a Terni: cluster presenti sul territorio e ospedalieri»
di Vanna Ugolini
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Giovedì 25 Marzo 2021, 11:35

Assessore regionale alla Sanità Luca Coletto.
 

Varianti presenti nei tamponi a Terni: conferma quanto abbiamo scritto e cioè la presenza di tre varianti diverse nel tamponi effettuati al Santa Maria?

«Oltre alla variante storica e ormai conosciuta, le varianti nuove sono state individuate in quella inglese e brasiliana, così come in altre regioni italiane».
 

E' possibile sapere a chi appartengono quei tamponi? Pazienti ricoverati? Da dove? Personale sanitario? Vaccinato o no? Se sì, prima o seconda dose?

«Noi non conosciamo assolutamente a chi appartenevano i tamponi questo per una questione di privacy, ma la provenienza è riconducibile a cluster presenti sul territorio e ospedalieri, a casi di reinfezione e a soggetti che si sono ripositivizzati in corso di vaccinazione, quindi che non avevano completato l'iter per l'immunizzazione».
Ci sembra ci sia stato una reazione molto diversa rispetto alla scoperta delle varianti dei due cluster. Quando sono state scoperte a Perugia l'allarme è stato massimo.
 

Come mai i risultati dei tamponi con presenza di varianti non hanno destato questa preoccupazione quando sono arrivato i risultati di Terni, tanto che ufficialmente non c'è nemmeno stato un comunicato della Regione? Come mai i ritardi nella comunicazione?

«Nessun ritardo e la Regione da subito ha vigilato in maniera attenta. La differenza sta nel fatto che a Perugia il contagio è partito prima e l'allerta è stata massima perché ci stavamo trovando di fronte a qualcosa di nuovo, da valutare e poi da affrontare. Quando sono stati individuati i casi a Terni eravamo già forti dell'esperienza di Perugia e sapevamo come fare e quali misure adottare».
 

Stando ai tamponi effettuati in realtà le varianti a Terni erano presenti fin dalla prima settimana di febbraio.
Come spiega l'andamento dei contagi che prima erano bassissimi e poi si sono improvvisamente innalzati? C'è stata una discontinuità nel fornire i dati?

«Il rialzo dei contatti era atteso.

La particolarità era che a Terni, vista la bassissima numerosità dei casi, il tracciamento ha funzionato benissimo. Nel momento in cui il contagio si è esteso, l'impennata è stata quella tipica delle varianti la cui caratteristica è l'alta contagiosità».

Il Cts e anche altri medici fuori regione avevano invitato la Regione a fare il lockdown, in particolare per salvare Terni dai contagi. Questo non è stato fatto e i contagi a Terni sono esplosi.
Quali motivi ci sono stati alla base di questa scelta? Come mai sono stati portati a Terni pazienti con varianti molto contagiose?

«Il Cts esprime un parere dal punto di vista scientifico, ma poi la decisione di inibire alcune attività che limitano anche la libertà dei cittadini, è frutto di molte altre valutazioni che tengono conto di diverse componenti, quindi politiche, sociali, economiche e psicologiche. Chiudere un territorio che, di fatto presentava pochissimi casi e non allarmanti, poteva rappresentare anche una scelta penalizzante, soprattutto in questo momento in cui i cittadini sono stanchi di una situazione che si protrae oramai da tanto tempo».
L'ospedale di Terni è al limite della capienza.
 

Da più parti è stato chiesto di utilizzare strutture già esistenti, come l'ex milizia che risulta in ottime condizioni di manutenzione. Perchè non è stato possibile trasferire alcuni servizi o reparti lì?

«Non era necessario anche perché a stretto giro sarà aperto il prefabbricato con 12 posti di terapia intensiva e adiacente all'ospedale». 

Lei nella prima intervista che ci fece dichiarò che, indipendentemente dal fatto che fossero arrivati i fondi del Mes, Terni necessitava di un ospedale nuovo. Nel libro bianco della sanità non c'è traccia di questo nè il Santa Maria è messo tra le criticità.

Dove deve essere messo nero su bianco che a Terni si farà un nuovo ospedale?

«Nel Libro Bianco, partendo dalle criticità evidenziate, la Giunta ha voluto individuare le linee portanti del documento, identificando i grandi temi su cui sarà successivamente sviluppato il lavoro. Il documento approvato non ha pretesa di voler individuare né le strutture né gli assetti organizzativi attraverso le quali tali strategie troveranno realizzazione. Con la recente Dgr 134 del 26 febbraio u.s. la Giunta Regionale ha preso atto del contenuto del Libro Bianco ed approvato le Linee strategiche e le priorità d'intervento per il nuovo Piano Sanitario Regionale che è ancora in fase di redazione. Va comunque precisato che la programmazione prevede che la proposta di Piano sanitario della Giunta regionale, peraltro non ancora scritta, debba essere approvata dal Consiglio regionale che può approvare o emendare come opportuno. Nel rispetto del ruolo del Consiglio regionale, sono state solo tracciate delle linee di massima per avviare il confronto che è solo all'inizio».
 

Azienda ospedaliera unica o una per provincia? Il modello veneto prevede l'accentramento ma c'è anche un ottimo modello emiliano romagnolo diffuso sul territorio. A quale riorganizzazione andrà incontro l'Umbria? E quali garanzie ci saranno per il mantenimento dell'Alta specialità a Terni?

«L'alta specialità a Terni è un patrimonio per la comunità che ovviamente dovrà essere preservato e potenziato. L'azienda unica è auspicabile per razionalizzazione e questioni di costi. Si può prendere il meglio da entrambi i sistemi sanitari quello veneto e quello dell'Emilia Romagna».
Il patron della Ternana, Stefano Bandecchi ha presentato il progetto di un nuovo stadio abbinato alla creazione di una clinica privata convenzionata. Il sindaco ha detto sì allo Stadio e ha indicato la Regione come l'istituzione che deve decidere sulla clinica privata. Sappiamo che in Umbria ci sono 5 cliniche private, nessuna a Terni.
 

Qual è il suo orientamento in proposito? I 100 posti convenzionati richiesti da Bandecchi, considerato che non dovrebbe essere possibile per l'Umbria avere più posti letto, a chi sarebbero tolti? E' possibile una riorganizzazione sanitaria che permetta la nascita della clinica privata di Bandecchi senza togliere posti all'ospedale di Terni?

«Sono valutazioni tecniche e politiche, quindi in capo al consiglio regionale in quanto rientrano nella programmazione»
 

Caso Ecmo, i pazienti trasferiti da Perugia a Roma saltando Terni. Come lo valuta?

«Nei giorni scorsi una signora incinta è stata trasferita a Roma perché necessitava del'Ecmo. Il punto è che questa prestazione è estremamente delicata e per i pazienti covid necessita di molta esperienza. Il nostro obiettivo è salvare vite umane scegliendo su indicazione dei primari che seguono i pazienti, quello che è meglio per loro». (A Terni l'Ecmo si fa da dieci anni ndr)

L'assessore Luca Coletto ha poi modificato, con un comunicato successivo alla pubblicazione dell'articolo sulla versione cartacea del Messaggero, in edicola il 23 marzo 2021, la risposta sulla scelta del modello dell'azienda ospedaliera sostenendo quanto segue in aggiunta alle risposte inviate per iscritto al Messaggero che registriamo: 

«Ho affermato che in termini di razionalizzazione dei costi un’unica Azienda ospedaliera regionale, così come previsto da una specifica legge nazionale, porterebbe dei vantaggi, e in tal ambito potrebbe essere auspicabile. Ma le valutazioni e l’iter sono ben più complesse e articolate. Ne è dimostrazione che la stessa Regione e l’Università hanno chiesto e ottenuto, proprio in questi giorni, una deroga al Ministero della Salute per il mantenimento di due distinte Aziende ospedaliero-universitarie».

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