Johnny Be Good: il gran
finale di Uj con Jeff Beck
e Johnny Depp all'Arena

Johnny Be Good: il gran finale di Uj con Jeff Beck e Johnny Depp all'Arena
di Michele Bellucci e Fabio Nucci
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Lunedì 18 Luglio 2022, 00:11 - Ultimo aggiornamento: 14:00

PERUGIA Con un finale del genere è difficile accettare che l'edizione 2022 sia terminata. Umbria Jazz è tornata a vivere nella sua formula piena e l'ultima serata, con Jeff Beck sul palco e oltre 5.000 persone a riempire l'arena Santa Giuliana, non può che far pensare alla rinomata ciliegina su una ricchissima torta. E le ciliegine sono addirittura due, dato che ospite speciale della serata è stata la star di Hollywood Johnny Depp. Vero, non è certo il musicista più prestigioso che ha calcato questo palco, ma Uj 2022 sarà ricordata soprattutto per la sua partecipazione. Ci ha pensato infatti lui ad infiammare il finale del festival perugino, aggiungendo pepe alla già saporita serata. Inizia il chitarrista inglese, una vera leggenda del rock che ha richiamato tanti di quelli che già negli anni '60 avevano iniziato ad amare il suo stile. Star cycle, You know you know, Stratus, Midnight walker e Big block. Beck annuncia quindi un brano scritto ai tempi di Pet sound, collaborando con Brian Wilson e i suoi Beach Boys, Caroline no. Come di consueto il rocker ha presentato varie cover spaziando da un genere all’altro e non ha perso l’occasione per concedersi un tuffo nel jazz con un pezzo di Billy Cobham. Un live muscolare e c'era da aspettarselo, con il pregevole supporto di Rhonda Smith al basso, Anika Nilles alla batteria e Robert Adam Stevenson alle tastiere.

Alle 22,47 arriva il rombo.

Su Rumble, infatti, entra "il pirata" Johnny, imbracciando una chitarra elettrica. Il boato del Santa Giuliana è assordante e si alzano centinaia di smartphone per immortalare il momento. La brezza di Perugia lo costringe a scostarsi spesso i capelli dal viso e ogni volta che accade in tante trattengono il respiro. Poi il sogno proibito di tante fan passa alla chitarra classica e fa sentire la sua voce sul pezzo dedicato a Hedy Lamarr, attrice e scienziata austriaca degli anni Trenta. Depp non è certo diventato celebre per le sue doti vocali, ma oltre all'intonazione (sufficiente) ad avere peso sono il carisma e la presenza scenica e sono quelle a compensare. A livello di tecnica chitarristica, invece, l'attore statunitense ha qualcosa da dire, sebbene suonare una sei corde accanto a Jeff Beck appaia una sfida impossibile.

Il "pirata" non sfigura e, anzi, sul palco si muove come rockstar consumata non poi così tanto bizzarra. La songlist prosegue con un altro pezzo nato dalla collaborazione Jeff-Johnny (che dietro le blindatissime quinte si chiamano e si fanno chiamare "this" and "that"), la ballata Let it be me. Poi Isolation omaggia John Lennon e con Time ci si avvia verso un finale ricco di pathos che inizia con Depp che si avventura in una "probabile" Little Wing, prima che l'arena riceva un'altra scossa con Death e resurrection. Il primo bis parte come una carezza ma proprio come l'originale il soffio si trasforma in folata: ecco la versione Beck-Depp della beatlesiana A day in the Life. Emblema di un live potente ma capace, grazie al tocco virtuoso di Beck e a quell'aria sorniona di Depp, di coinvolgere il pubblico come poche volte accaduto a questo festival. Un'altra pagina da scrivere del diario di Uj che nel 2023 vivrà un'edizione ancora più straordinaria.

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