El Khanchouli si trovava in Italia dai primi anni 2000. Le indagini, condotte tra il novembre 2018 e il luglio 2019, hanno
«consentito di documentare - riferiscono gli investigatori - il progressivo percorso di radicalizzazione che aveva intrapreso». In particolare, l'uomo avrebbe pubblicato in internet «materiale propagandistico inneggiante al jihad, con espliciti inviti a sostenere i combattenti in Siria» ed avrebbe diffuso ai suoi contatti (attraverso applicazioni di messaggistica) «video prodotti da figure di spicco dell'Islam radicale, in prevalenza stranieri, che, teorizzando l'odio verso i miscredenti e il disprezzo verso la cultura occidentale, predicavano il divieto religioso d'integrazione».
Il Ros ha anche accertato, «a conferma del connotato integralista dell'indagato», come questi avesse imposto alla moglie «di non richiedere la cittadinanza italiana, in quanto l'acquisizione di tale status l'avrebbe posta in contrapposizione rispetto ai precetti dell'Islam più puro».
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