«Io, minorenne, violentata alla Caritas»: lo stupratore finisce sotto processo

«Io, minorenne, violentata alla Caritas»: lo stupratore finisce sotto processo
di Enzo Beretta
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Venerdì 27 Gennaio 2023, 08:46

Il giudice per l'udienza preliminare di Perugia, Piercarlo Frabotta, ha rinviato a giudizio un uomo di 26 anni, originario del Gambia, accusato di violenza sessuale nei confronti di una minorenne «all’interno della sua stanza nella Caritas di Todi». Il processo inizierà a maggio davanti al tribunale collegiale del capoluogo umbro. I fatti oggetto delle contestazioni risalgono all’autunno del 2019 ma sono stati denunciati solo alcuni mesi più tardi dalla 17enne che ha raccontato ai carabinieri di aver avuto cinque rapporti sessuali con il giovane gambiano, «tutti consumati alla Caritas di Todi dove lui aveva una stanza». A proposito del presunto stupro, spiega: «Mi è saltato letteralmente addosso sdraiandomi con forza sul suo letto e mi ha costretto ad avere un rapporto con lui. Cercavo di sfuggire e di allontanarlo ma lui ha insistito talmente tanto che io ho ceduto». «Le saltava addosso e la sdraiava con forza sul letto costringendola a un rapporto sessuale», sintetizza la Procura della Repubblica nei propri atti. In denuncia la giovane aggiunge: «Solamente in un’occasione quell’uomo ha filmato col cellulare il nostro rapporto girando alcuni video».

Nel corso dell'udienza di ieri è stato condannato, con rito abbreviato, alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione, oltre che al pagamento di una multa di seimila euro, il coimputato romano di 47 anni: quest’ultimo è stato ritenuto colpevole del reato di pornografia minorile.

L’uomo, difeso dall’avvocato Emma Contarini, nel corso del processo è stato assolto dalle accuse di prostituzione minorile ma anche di detenzione o accesso a materiale pornografico. Sul conto del romano la vittima ha raccontato di averlo conosciuto su Snapchat: «Quando facevamo sesso giravamo dei video con la telecamera del suo cellulare, li abbiamo filmati almeno 8 volte su 10». È finita con lei che quando interrompe la relazione si sente rispondere dall’uomo - viene narrato in denuncia - che avrebbe mostrato quei video hot alla madre. Stando a quanto si legge il romano ha anche inviato «una foto di me nuda» al gambiano (difeso dall’avvocato Andrea Borghini del Foro di Firenze), il quale nel corso del processo dovrà difendersi anche dalla contestazione di pornografia minorile. Negli atti dell’inchiesta, ricostruisce il pubblico ministero titolare del fascicolo: «Producevano materiale pedopornografico. In maniera autonoma e in momenti diversi i due avevano rapporti sessuali completi con la diciassettenne, che avevano filmato con i propri telefoni cellulari e che si erano successivamente scambiati mediante Whatsapp».

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