Interventi chiururgici ancora sospesi, Thomas De Luca chiede un chiarimento
su liste d'attesa e ripartenza

Interventi chiururgici ancora sospesi, Thomas De Luca chiede un chiarimento su liste d'attesa e ripartenza
di Aurora Provantini
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Giovedì 11 Marzo 2021, 17:31

Restano sospesi gli interventi chirurgici considerati non urgenti al Santa Maria di Terni. Per il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca «è in atto un piano per depotenziare l'ospedale di Terni». Tanto che interroga interroga la Giunta Tesei «per avere chiarimenti sul numero di pazienti in lista d'attesa per operazioni programmate e quanti siano gli interventi effettuati dal mese di dicembre ad oggi». «L'ospedale di Terni, di fatto, non eroga più servizi - dice De Luca - con la risalita della curva dei contagi la direzione sanitaria regionale ha ritenuto di adottare una serie di misure, culminate con la scelta del commissario D'Angelo e del direttore Dario di sospendere le attività chirurgiche, i ricoveri programmati e le attività ambulatoriali procrastinabili. Gli ospedali di Perugia e Terni hanno dovuto fronteggiare una pressione molto forte ridimensionando l'attività chirurgica a seguito dell'afflusso dei pazienti Covid con necessità di ricovero. Negli ultimi tre mesi ci sono stati picchi altissimi di ricoverati nelle due principali strutture umbre con liste d'attesa sempre più lunghe, visite e interventi rimandati che producono conseguenze pesanti sulla salute e sull'aspettativa di vita di migliaia di persone. Pazienti che rimangono in attesa di interventi chirurgici differibili con sensibile aumento del rischio di grave decorso delle patologie». «Dai dati ufficiali rilasciati dalle strutture regionali  - spiega De Luca - emerge come l'ospedale di Terni abbia stabilmente fatto fronte ad una presenza maggiore di ricoverati per Covid nel periodo che va dal 27 novembre 2020 al 7 febbraio 2021, con un numero di terapie intensive occupate costantemente maggiore rispetto a quello perugino. Questo nonostante nello stesso periodo il contagio abbia colpito oiù pesantemente la provincia di Perugia che dall'8 febbraio è stata dichiarata zona rossa da un'ordinanza della presidente Tesei. A Terni ci sono più ricoverati Covid che a Perugia nonostante il numero inferiore dei contagi, eppure assistiamo ad una grave disparità nelle due strutture ospedaliere in termini di personale: dieci anestesisti a Terni e venti a Perugia». «Intanto – prosegue De Luca - i ricoveri aumentano e la pressione sull'ospedale di Terni è massima. La scadenza del 25 febbraio per la consegna di 12 nuovi posti di terapia intensiva non è stata rispettata. Resta da capire se anche la proroga al 13 marzo subirà uno slittamento. Subito dopo la consegna della struttura prefabbricata, ad ogni modo, si dovrà procedere con il collaudo degli impianti e delle apparecchiature elettromedicali e passeranno altri giorni. Si parla di sinergie, intese e dipartimenti interaziendali, eppure il caso del trasferimento a Roma di due pazienti di Perugia con problemi respiratori dimostra ancora una volta come l'ospedale di Terni non sia stato minimamente coinvolto e considerato. Parliamo nel caso specifico di un tipo di terapia come la respirazione extracorporea per infezioni respiratorie gravi, che al Santa Maria di Terni si fa da almeno dieci anni e con ottimi risultati. Come ribadito dal dottor Alessandro Pardini i casi sono due: o si è voluto scavalcare volutamente Terni oppure nemmeno si sapeva di questa possibilità».

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