«Su internet ho finto di essere mia figlia
per fermare l'orco che la molesta»

«Su internet ho finto di essere mia figlia per fermare l'orco che la molesta»
di Michele Milletti
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Venerdì 23 Agosto 2013, 21:29 - Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 10:55
PERUGIA - Non solo, nel ruolo di orco su Facebook, l’imprenditore pesarese di 45 arrestato al termine delle indagini condotte dalla polizia postale di Perugia, diretta da Annalisa Lillini e coordinate dal pm Gemma Miliani.

Non è solo, purtroppo, ad adescare, molestare e chiedere a ragazzine poco più (o poco meno) che quattordicenni foto e video hard per soddisfare la propria malata passione. Mentre l’imprenditore nel carcere di Pesaro (sarà processato ad Ancona) starà pensando a cosa ha combinato, dopo aver mormorato un «mi dispiace» e altre parole di pentimento una volta che gli agenti gli hanno messo le manette addosso, alla Postale sono pronti a mettersi a caccia di altri “orchi”. Perché il 2012 è diventato spartiacque: sul tavolo degli agenti ci sarebbero altri sei fascicoli d’indagine, oltre ad almeno altre quattro segnalazioni di genitori. Almeno dieci-undici casi negli ultimi venti mesi. Per questo, commentando la cattura del pesarese che aveva costretto 28 ragazzine a spogliarsi su Facebook (fra cui cinque umbre) la dirigente Lillini aveva parlato di «casi in preoccupante aumento».



Adescamento su Facebook. Il caso dell’imprenditore pesarese è sicuramente quello più corposo, tragico e repellente. Ma non è appunto l’unico. Le percentuali dei casi, dall’inizio del 2012 ad oggi, si sono letteralmente impennate. Perché oltre ai sei fascicoli di indagine portati avanti dagli agenti diretti da Annalisa Lillini, ci sono almeno altre quattro denunce arrivate sul tavolo della polizia postale di Perugia: in questi casi, si tratta di altrettante segnalazioni di genitori convinti di essere riusciti ad allontanare la minaccia dell’orco dai computer e dalle vite delle loro figlie e che hanno deciso comunque di andare a raccontare la cosa agli esperti di Internet e comunicazioni della polizia.



Cuore di mamma. Una mamma ha fatto di più. Non solo, come gli altri genitori, ha tenuto sotto controllo la propria figlia dopo il venire alla luce di un’evidente situazione di difficoltà e disagio legata a delle amicizie su Facebook. Di più, è entrata nel profilo della figlia fingendosi lei ed entrando così in contatto con la persona sospetta. «Mi sono finta mia figlia per cercare in ogni modo di allontanarla da questa persona - ha raccontato alla Postale nel corso dell’indagine che ha portato all’arresto dell’imprenditore pesarese - in questo modo sono riuscita a rendermi esattamente conto di fin dove si fosse spinto il dialogo, così sono riuscita ad allontanarla dall’orco, a intimargli di farla finita e liberarla da quell’incubo».



Chi sono. Quarantacinque anni, imprenditore, con moglie e figli, incensurato, un perfetto insospettabile: l’identikit dell’uomo di Pesaro arrestato, secondo gli esperti della Postale, è applicabile a diversi degli altri casi che si stanno trovando ad affrontare. In genere, nonostante le variazioni di età, si tratta comunque di persone assolutamente rispettabili, in “possesso” di una facciata esterna in cui è quasi impossibile rintracciare i segni dell’orco con una passione malata per ragazzine che potrebbero essere sue figlie. Di sicuro, l’imprenditore arrestato ha agito in maniera particolarmente accorta fingendosi una coetanea delle sue vittime. In tanti altri casi, infatti, il filo conduttore è quello della creazione di un falso profilo su Facebook in cui ci si presenta come un adolescente maschio, o anche come un uomo che condivide con le ragazzine passioni in comune.



Massima prudenza. È per questo motivo che la dirigente Lillini torna ancora una volta a consigliare a giovani e giovanissime la massima prudenza quando si condividono informazioni e “mi piace” sui social network. «Anche l’adesione ai gruppi di un cantante o un attore famoso può fornire delle reti in cui queste persone provano a pescare le proprie vittime» dice, sottolineando al tempo stesso come da parte del principale social network mondiale ci sia sempre la massima disponibilità a bloccare preventivamente profili segnalati come sospetti. «Per strada - conclude Lillini - vi sognereste mai di dire a uno sconosciuto come vi chiamate, dove abitate e dove andate in vacanza? Ecco, anche su Internet fatelo solo con chi conoscete anche nella vita reale».
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