Operazione Spid per l’accesso all’Inps: in ansia 140mila utenti, anziani nel panico

Operazione Spid per l’accesso all’Inps: in ansia 140mila utenti, anziani nel panico
di Selenio Canestrelli
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Mercoledì 14 Ottobre 2020, 09:30

PERUGIA - Pensionati sull’orlo di una crisi di nervi, tutti con l’incubo Spid per accedere ai servizi e alle informazioni Inps. Migliaia di titolari di rendite sono in ansia, con la preoccupazione che cambi tutto all’improvviso, proprio perché dall’inizio del mese è scattata la cancellazione graduale del codice Pin, che in Umbria sarebbe stato richiesto in passato da circa 60mila titolari di pensione, titolari chiamati a chiedere al più presto la nuova identità digitale. Una certezza, intanto, c’è: non ci saranno problemi per il ritiro della pensione, e questo è bene chiarirlo sin da subito, ma se si vorranno controllare i cedolini della pensione, i calcoli che sono stati fatti al riguardo o versare anche i contributi per colf e badanti e altro ancora, allora lo Spid diventa necessario. Lo spiraglio. Per ora, assicura l’Istituto, ci sarà un po’ di tempo per mettersi in regola: infatti chi ha già il Pin Inps potrà continuare a fare le operazioni previste dal sito internet (ma non per sempre), mentre per chi non lo ha mai avuto, il Pin, allora dovrà fare lo Spid sin da subito, se interessato ad accedere ai servizi.

La platea dei diretti interessati è vasta: se circa 60mila pensionati umbri hanno già le credenziali Pin, come detto, la restante parte (si stima circa 140mila) se vorrà dovrà registrarsi in un’apposita piattaforma digitale (sul sito internet Inps è possibile seguire le istruzioni) e ottenere le credenziali giuste.

Procedura non tanto semplice per chi non ha mola dimestichezza con internet. Ed è proprio qui che scatta l’allarme dei sindacati dei pensionati che pur ritenendo giusta l’idea di aumentare la sicurezza digitale, chiedono di non dimenticare gli anziani, anche se lo Spid va richiesto non solo dai pensionati, ma da tutti coloro che accedono ai servizi del sito internet Inps. Ma sarebbero proprio gli over65 a essere i più penalizzati, secondo i sindacati.

«Il processo avviato di progressiva cessazione del Pin e di adozione dello Spid allarga l’area del disagio da “digital divide” – dicono le tre sigle Spi, Fnp e Uilp - La maggior complessità delle operazioni necessarie a ottenere lo Spid e poi ad accedere ai servizi, aumenta i problemi di accessibilità, in particolare per la fascia di pensionati più anziana e più fragile. Questa difficoltà riguarda l’accesso unicamente in via telematica sia ai servizi che alle informazioni, alcune delle quali particolarmente rilevanti ai fini del controllo della correttezza delle prestazioni ricevute, come è il caso del cedolino di pensione. L’Inps, intanto, conferma che è stato sospeso il rilascio di nuovi Pin, mentre quelli esistenti manterranno la loro validità e continueranno a essere rinnovati alla scadenza fino alla fine della fase transitoria». Anche il segretario generale dello Spi Cgil provinciale di Perugia, Mario Bravi, si dice preoccupato: «Si tratta di un indubbio miglioramento però servono misure specifiche per evitare l’esclusione di molti anziani. Il divario digitale è un problema reale tanto è vero che a livello nazionale su 16 milioni di pensionati solo 4 milioni hanno richiesto in passato il Pin. Sulla necessità di misure di sostegno ai pensionati lo Spi a livello nazionale insieme a Fnp-Cisl e alla Uilp ha avuto un incontro con la dirigenza Inps nei giorni scorsi per avere chiarimenti”. Ma non tutti dovranno fare lo Spid obbligatorio: infatti, l’Istituto di previdenza dice “che non ci saranno cambiamenti per i minori di diciotto anni; per le persone che non hanno documenti di identità italiana, per quelle soggette a tutela, curatela o amministrazione di sostegno. Tutti gli altri utenti potranno accedere ai servizi offerti utilizzando uno dei sistemi di autenticazione oltre lo Spid, e cioè la carta d’identità elettronica e la carta nazionale dei servizi».

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