Rallenta linflazione, ma il rincaro medio annuo resta sopra i 2.800 euro a famiglia. Luce, impennata del 200%: al top anche riso, latte e burro

Rallenta linflazione, ma il rincaro medio annuo resta sopra i 2.800 euro a famiglia. Luce, impennata del 200%: al top anche riso, latte e burro
di Fabio Nucci
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Sabato 17 Dicembre 2022, 08:13

La corsa dei prezzi rallenta in Umbria e nella classifica degli effetti dell’inflazione sulle finanze domestiche, aggiornata al mese di novembre, perde qualche posizione. Ma il caro vita resta a livelli record, con un tasso medio regionale al 12,5%, in lieve calo rispetto al dato annuale di ottobre. Nel paniere dei beni monitorati ogni mese dall’Istat, i rincari di quelli energetici restano fuori misura: +200% per la luce, +114,5 per il gas naturale. Aumenti oltre il 50% anche tra gli alimentari.
Un’elaborazione dell’Unione nazionale consumatori, su dati Istat pubblicati ieri e relativi all’inflazione di novembre, vede Perugia restare nella top 20 delle città più care d’Italia. Il capoluogo regionale è sceso dall’ottavo al dodicesimo posto con un rincaro medio annuo a famiglia di 2.964 euro (3.009 a ottobre) e un tasso d’inflazione che, dopo aver toccato il 13,1% a ottobre, è sceso al 12,9%. La morsa dei rincari si è leggermente allentata anche a Terni (al 35° posto) dove la spesa differenziale legata all’inflazione è scesa da 2.826 a 2.711 euro grazie a un carovita passato dal 12,3 all’11,8%. Il dato regionale, colloca l’ Umbria al quinto posto (dal terzo del mese scorso) con rincaro medio annuo a famiglia di 2.824 euro (2.869 a ottobre) e un tasso d’inflazione del 12,5% (dal 12,7%).
Analizzando i capitoli di spesa, a Perugia la variazione maggiore si è avuta per “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili”, con un +2,7% mensile e il +60% annuale.
Un’escalation trainata dai rincari energetici che nel capoluogo sono trainati dalla divisione energia elettrica, gas e altri combustibili che rispetto allo scorso anno incide per il 151% in più. Per la luce a novembre si è registrato un aumento annuo del 200,5%, per il gas di città e naturale è invece stato del 114,5%. Tra i prodotti energetici restano stabili o in lieve calo, invece, i carburanti col prezzo della benzina sceso del 3%, quello del gasolio salito del 13,4%. Il gas metano per autotrazione resta su livelli record con un rincaro medio annuo regionale (aggiornato a ottobre) dell’80%.
Anche in vista dei cenoni di fine anno, confortano poco le dinamiche dei prezzi al consumo dei prodotti alimentari. A Perugia il burro ha toccato il +50,5%, lo zucchero il +48,6&, gli altri oli alimentari (tra cui quello di semi di girasole) il +47,3%. Non accenna a diminuire poi l’escalation che riguarda riso (+32,8%), farina (+22,8%), pasta (+23,3%), pollame (+21,1%), latte (+31,3%), margarina (+22,8%). Tra gli altri capitoli “no food”, aumenti intorno al 20% rimangono ad esempio nei listini dei mobili per interni (+21%), frigoriferi e apparecchi per riscaldamento (+17,7%), macchine da caffè (+19,9%), altri articoli non durevoli per la casa (+20,3%).
Analizzando i prezzi regionali dei singoli prodotti, pubblicati da Osservaprezzi con riferimento a ottobre, emergono i rincari del salmone (+20,4%), del burro (+44%) mentre nel comparto ortofrutta le quotazioni restano sull’ottovolante. Il prodotto rincarato di più rispetto al 2021 sono le melanzane (+72,5%), seguite da zucchine (+62%) e lattuga romana (+52,5%). In calo invece i prezzi di pere, uva da tavola, carote e patate. Tra i prodotti per la cura della persona e della casa, spicca l’impennata subita dal prezzo del sapone toletta il cui prezzo medio regionale è passato da 6,54 a 11,76 euro con una crescita dell’80%. Tra i servizi, maglia nera al fast-food dove si rileva un aumento del 35%.

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