L'aereo che stava guidando si è schiantato sulle Alpi svizzere, a quasi duemila metri di altitudine. E ieri sera, dopo oltre trentasei ore dall'incidente, non era ancora trovato il suo corpo. Impossibile pensare di trovarlo ancora vivo ed è per questo che tra Castiglione del lago e Panicarola un'intera comunità piange Massimo Giua, il pilota di 63 anni a bordo del Cessna che mercoledì nel primo pomeriggio è finito sul Säntis, sui monti della Svizzera orientale. Dopo una segnalazione arrivata intorno all'ora di pranzo di un piccolo aereo da turismo scomparso improvvisamente, immediato è stato l'intervento dei i soccorsi, ma per la nebbia molto fitta gli elicotteri della Rega e dell'esercito, come spiegato anche dalla polizia cantonale del San Gallo, non si sono potuti alzare che dopo tre ore: i pezzi del relitto sono stati trovati solo in serata.
IL TAM TAM
Da lì è partito il terribile tam tam, con la speranza sempre di una smentita: ma è stato accertato come Giua fosse a bordo di quel piccolo Cessna da otto posti partito dalla Germania e diretto in Toscana, a un passo dalla sua Castiglione del lago. Città investita direttamente dalla tragedia, perché il 63enne è il padre della compagna del sindaco Matteo Burico. Giua, nonostante le origini sarde, è infatti da anni parte di una famiglia ormai storica al Trasimeno, amata e conosciuta, adesso sotto choc per un dramma totalmente inaspettato. Tra Castiglione e Panicarola, nell'area abitata nota come La Lucciola, infatti, in ore di apprensione e sgomento, tutti piangono Massimo, compresi la moglie, la figlia e il fratello. Costretti a non potersi svegliare da un incubo che si è abbattuto sulle montagne svizzere.
IL VIAGGIO
Secondo la ricostruzione de La Regione, il Cessna 208 Carawan con solo Giua a bordo era partito mercoledì intorno alle 11 da Siegen, in Germania, e l'incidente è avvenuto in una zona molto impervia e ripida, coperta da neve e ghiaccio, vicino al Grüehorn, a circa 1.700 metri di altitudine.
LE RICERCHE
In ogni caso, proseguiranno anche oggi, tra mille difficoltà a causa della zona difficile, tra neve foschia e montagne, le ricerche del corpo del 63enne: la scorsa notte i droni sono rimasti in volo alla ricerca dei resti del Cessna, letteralmente spezzato in due contro un costone delle Alpi. Intanto la comunità del Trasimeno, tra politica, istituzioni e cittadini, si è stretta – seppur in un rispettoso e affettuoso silenzio - intorno alla famiglia, pronta a partire per la Svizzera per un probabile esame del dna, disperata anche per la distanza e la difficoltà ad avere notizie immediate. Anche se fino alle conferme ufficiali, in un abbraccio laico e davvero sentito, restano tutti in attesa di un miracolo.