In Umbria, due su tre vanno al Tar contro la giustizia lumaca

L'inaugurazione dell'anno giudiziario del Tar dell'Umbria
di Egle Priolo
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Martedì 21 Febbraio 2023, 07:26
PERUGIA - Leggerissima diminuzione dei ricorsi, incremento delle sentenze e ancora maggiore rapidità dei provvedimenti nel futuro come richiesto dalle norme sul Pnrr. Con le cause che riguardano «costantemente, oltre agli appalti pubblici, il diritto edilizio e di impresa, con le relative implicazioni ambientali e di tutela dei beni culturali, la normativa sulle armi (ad uso venatorio, estremamente diffuso in Umbria), i rapporti di lavoro con l'Università, le misure agevolative per le imprese, il soggiorno degli stranieri ed emersione del loro lavoro in nero, le telecomunicazioni». A cui si aggiungono i contenzioni inerenti le misure contro la pandemia, la tutela delle persone con disabilità e le misure di contrasto all'infiltrazione criminale nell'apparato burocratico.
Questo il quadro della giustizia amministrativa in Umbria, in base alla relazione con cui il presidente Raffaele Potenza ieri ha aperto l'anno giudiziario del Tar. Quadro che ha una tinta forte, una sfumatura su cui riflettere: quasi due ricorsi su tre sono avanzati per far fronte alla giustizia lumaca. Infatti, nel 2022 sono stati proposti 764 nuovi ricorsi, dei quali ben 428 per l'ottemperanza alle decisioni applicative della legge sulla ragionevole durata dei processi, in base alla cosiddetta legge Pinto.
Secondo i numeri forniti dal presidente Potenza – che a settembre andrà in pensione con il ragguardevole primato di essere «il magistrato Tar più anziano per servizio» - la leggera diminuzione dei contenziosi (erano stati 782 nel 2021) «ha facilitato la successiva evoluzione dei risultati verso numeri assolutamente positivi (tenuto conto del pieno smaltimento degli arretrati 2019, ai sensi del Pnrr) risultati ancora migliori di quelli presentati alla fine del 2021. Sono stati infatti definiti, nelle vari forme previste dal processo amministrativo, 1.051 ricorsi (di cui 567 ex legge Pinto) che, rapportati a quelli decisi nel 2021 (1.043) evidenziano comunque un incremento dei provvedimenti decisori».
Risultano comunque ancora pendenti 996 ricorsi «con una differenza in attivo rispetto al 31 dicembre 2021 (1.250) di 297, per cui può parlarsi di una sua riduzione di circa il 23 per cento». «Al riguardo – sottolinea con orgoglio Potenza – il Tar Umbria si pone ben al di sopra della media nazionale del 12,1%». Risultati raggiunti nonostante «fattori negativi ormai cronici, quali la mancanza di un magistrato rispetto all'organico previsto» e il «notevole numero di istanze di rinvio della trattazione delle cause, le quali dilazionano spesso la decisione dei ricorsi anche di oltre un anno». Rinvii che investono soprattutto le cause in materia edilizia, «per la complessità dei procedimenti amministrativi sanzionatori e di sanatoria». Stesso problema (la complessità delle questioni tecniche) che riguarda la decisione delle controversie sui pubblici appalti.
In ogni caso, «anche per il 2022 – dice il presidente del Tar Umbria – si conferma comunque che la durata media dei processi è sotto il triennio, tendendo ad avvicinarsi ai due anni», così come i tempi di deposito «ormai da anni men che dimezzati rispetto al massimo di 45 giorni indicato dalla legge», merito «dell'efficienza dei magistrati addetti al tribunale». Magistrati, va detto, che Potenza ha salutato nel corso della sua ultima cerimonia di inaugurazione così: «Mattei, Carrarelli e De Grazia, i più simpatici tra i tanti colleghi con cui ho lavorato in 38 anni di magistratura amministrativa».
E per il futuro? Nel 2023, ha proseguito il presidente definendo gli obiettivi per questo anno, «è programmata la definizione di 686 ricorsi, di cui la totalità (64) del 2020, 167 del 2021 e 67 del 2022», per la gioia delle parti in causa.
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