«In crisi la vocazione industriale di Terni»
L'allarme del segretario Fiom Cgil Rampiconi

«In crisi la vocazione industriale di Terni» L'allarme del segretario Fiom Cgil Rampiconi
di Aurora Provantini
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Sabato 7 Novembre 2020, 12:31 - Ultimo aggiornamento: 12:38

«Voglio rivolgere un ringraziamento sincero alle metalmeccaniche ed ai metalmeccanici che giovedì 5 novembre 2020 hanno risposto all’appello di Fim-Fiom-Uilm». Il segretario generale di Fiom Cgil Alessandro Rampiconi, parte dal successo dello sciopero nella provincia Terni, al di sopra di ogni più rosea aspettativa, con picchi di adesione del 95% ed il fermo produttivo di tutte le più grandi aziende del territorio, per arrivare a lanciare l’allarme sulla situazione sanitaria e industriale del territorio. «Federmeccanica rimuova le rigidità imposte da Confindustria e riapra il negoziato» – tuona Rampiconi. «L’intero settore metalmeccanico è stato martoriato dalla pandemia, oltre 6.500 lavoratori sono stati messi in cassa Covid ed hanno pagato un prezzo altissimo in termini di salario. Solo l’opportuno blocco dei licenziamenti collettivi, proposto dai sindacati nazionali ed accolto dal Governo, può scongiurare la catastrofe». 

«La pandemia ha generato paura, ma anche senso di responsabilità nella stragrande maggioranza della popolazione, che infatti ha valorizzato il lavoro del sindacato a partire dalla contrattazione. Non possiamo permettere un ulteriore indebolimento del nostro tessuto sociale ed economico, con il lavoro che è sempre più frammentato, precario ed insicuro.

La Fiom-Cgil di Terni  è al fianco dei lavoratori della Treofan, della Sangemini e del personale della sanità, inevitabilmente in crisi anche per l’aumento costante della curva dei contagi. La pandemia ed il lassismo delle istituzioni stanno mettendo in crisi la vocazione industriale e i servizi del nostro territorio». 

«In questo quadro è inserita la vendita di Acciai Speciali Terni - spiega Rampiconi -  l’azienda industriale più grande per fatturato e occupati dell’Umbria. Stiamo trattando per avere una fase di transizione che dia garanzie ai lavoratori in termini di assetti industriali e di occupazione». Le distanze sono ancora importanti, visti i numeri da ristrutturazione che l'azienda ha comunicato. «Intanto anche all’interno di viale Brin – spiega il segretario Fiom Cgil - la pandemia può rappresentare un serio problema. Abbiamo una media di tre contagiati al giorno con una crescita esponenziale che ha fatto rilevare solo ieri sette nuovi casi positivi al Covid-19, per un totale di 35 malati, 4 guariti ed oltre 50 persone messe in quarantena obbligatoria. Ci preoccupa la distrazione delle nostre controparti, della politica e di chi (per fortuna una minoranza) invece di evidenziare le preoccupazioni dei lavoratori per le prospettive e per la pandemia, si concentra su riflettori e paillettes, modello orchestrina del Titanic». Si riferisce all’arrivo della trasmissione di Rai Uno “l ‘anno che verrà” in Ast la notte di San Silvestro. «Starà alla capacita del sindacato confederale unire i bisogni e le rivendicazioni dei lavoratori dentro questa fase di incertezza che rischia di scaldare più del dovuto questo autunno».

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