Amerino colpito dal maltempo, gli imprenditori:
«Ci siamo dovuti arrendere davanti al mare di fango»

Amerino colpito dal maltempo, gli imprenditori: «Ci siamo dovuti arrendere davanti al mare di fango»
di Francesca Tomassini
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Giovedì 11 Giugno 2020, 10:26 - Ultimo aggiornamento: 12:04

MELIA Hanno provato a lottare contro il mare di acqua e fango che li stava invadendo ma alla fine hanno dovuto rassegnarsi e aspettare che passasse la piena. Questo il destino unanime dei tanti imprenditori della zona artigianale di Castel Dell'Aquila e Vocabolo Rena che lunedì sera hanno visto letteralmente affogare le fatiche e gli investimenti di una vita. «Mio cognato era lì quando ha cominciato a piovere di brutto- racconta Marco Ciuchi della Fratelli Gubbioni, una rivendita di materiale edilizio e ferramenta- e insieme agli operai ha cercato di contenere l'acqua e il fango che entravano da tutte le parti. Io mi sono precipitato da Terni. Ma purtroppo ad un certo punto abbiamo dovuto smettere e assistere impotenti al disastro». Che nel loro caso si aggira intorno agli 80.000 euro di danni. «L'acqua è entrata nel capannone dove viene stivato il pellet -spiega- almeno 54 bancali sono da buttare. Idem per i materiali sul piazzale perlopiù isolanti e tubi in plastica. Per non parlare della nostra casa. Noi abitiamo lì accanto. L'acqua ha raggiunto il soffitto del seminterrato dove c'era la mia auto, da buttare. I Vigili del Fuoco hanno lavorato tutta la notte per svuotarlo. Nonostante questo, la centrale termica e l'impianto elettrico risultano gravemente danneggiati». A memoria d'uomo, bisogna andare indietro fino agli anni Settanta per ricordare piogge così torrenziali e violente. «L'azienda è qui dal 1979 quando mio suocero l'ha fondata -spiega ancora Marco- e mai si è verificato qualcosa del genere. Adesso l'unica speranza è che la Regione dichiari lo stato di calamità. Contrariamente, l'assicurazione non coprirà nulla». Situazione analoga dalle parti della DM Monti Mario, una ditta che si occupa di trasporti e movimento terra. A parlare è Diego, figlio del titolare. «I mezzi dentro i capannoni non hanno avuto scampo -racconta- l'acqua è arrivata a un metro di altezza ovvero fino alla parte elettrica anche dei mezzi più alti. Stiamo ancora facendo la conta dei danni, ad oggi non è possibile stimare a quanto ammontino. I meccanici sono al lavoro sui mezzi danneggiati per capire cosa si può recuperare. Di sicuro un Fiorino che avevamo acquistato quattro giorni fa è da buttare. Abbiamo un camion Mercedes tornato alla casa madre nella speranza di recuperarlo. Attrezzature elettriche, trapani, frullini, tutto ormai buono solo per l'immondizia. Solo i mezzi più piccoli che erano fuori dal magazzino si sono bene o male salvati». Alle spese per cercare di salvare il salvabile si sommano quelle, ingenti, per continuare a lavorare. «Domani (oggi ndr) -continua Diego- dobbiamo comunque andare a vedere un camion per onorare un contratto già stipulato altrimenti saremo costretti a pagare la penale. E poi ci sono comunque gli stipendi degli operai. La speranza è che la Regione ci venga in aiuto e che i comuni si affidino alla professionalità delle aziende locali. Sarebbe il segnale giusto». Fra le realtà gravemente danneggiate anche l'Associazione Sportiva Dilettantistica Umbria Kettlebell Training Center. Nata dieci anni fa da un'idea di Emanuele Monti, la società sportiva vanta un palmares di medaglie e trofei internazionali. «Quest'anno -racconta Emanuele- avremmo dovuto festeggiare il decennale ma fra il Coronavirus e l'alluvione, non se ne parla neanche. Anche il trofeo nazionale di kettlebell che ospitiamo ogni anno a luglio salterà. Da ieri stiamo cercando di dissotterrare dal fango attrezzi e pesi. L'alluvione è stato un colpo al cuore per tutti noi che stavamo cercando di ripartire dopo l'emergenza Covid». Finora gli unici aiuti che questi imprenditori hanno visto arrivare sono quelli di amici e parenti accorsi per dare una mano a spalare o ripulire.

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