Il Verdi tra discussioni e progetti, TernIdeale insiste: «Tornare all'idea del teatro storico come hanno fatto Rimini e Fano»

Il Verdi tra discussioni e progetti, TernIdeale insiste: «Tornare all'idea del teatro storico come hanno fatto Rimini e Fano»
di Beatrice Martelli
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Mercoledì 31 Agosto 2022, 17:31 - Ultimo aggiornamento: 18:01

TERNI        Il teatro Verdi, o quel che ne resta, torna al centro delle polemiche, delle discussioni e, ultimamente dei progetti di cittadini e amministrazione; simbolo di cultura e tempio delle arti, chiuso da tempo è diventato il monumento di quello che manca alla città. Dal novembre 2021 poi, quando il progetto esecutivo degli architetti Marcello Galiotto e Alessandra Rampazzo è stato approvato, l’argomento si è fatto ancora più attuale. A dire la loro sono i componenti dell’associazione TernIdeale, che hanno a cuore le sorti dell’istituzione e che da tempo sostengono la loro idea di teatro.  Attenti e rispettosi della storia dell’edificio. «Dopo vari studi e dopo aver interpellato esperti del settore, l’associazione ha concluso che l’unica soluzione sarebbe stata quella di riacquisire i volumi originari del teatro storico e ricostruirlo com’era» spiega il portavoce, il presidente Giuseppe Belli. Il teatro risale al 1849, e delle ristrutturazioni lo interessarono nel 1893 e, successivamente al bombardamento della città che distrusse il palcoscenico, negli anni Trenta.

«A distanza di oltre 10 anni, da quando le interpellanze con il Comune hanno avuto inizio, anche da parte di personaggi del mondo dello spettacolo, non abbiamo mai ricevuto ragioni coerenti e obiettive sia dal punto di vista culturale sia da quello economico e gestionale per dimostrare la non validità della nostra soluzione; Rimini e Fano, inoltre, hanno ricostruito i loro teatri storici, dello stesso architetto, com’erano» spiega ancora. Ma le ragioni non sono solo queste: dall’associazione ricordano che la zona è a elevato rischio archeologico, e sottolineano che l’idea di un ridotto interrato, previsto dal progetto, sia uno spreco di fondi. « il costo di una struttura teatrale, a parità di volume, è pressappoco identico per qualsiasi tipologia di teatro che si voglia realizzare: pertanto, se non fosse possibile riavere un vero teatro, tanto vale restaurare l’attuale cinema - teatro, quello che nacque dal restauro di Lucioli, evitando un inutile spreco di risorse economiche» conclude Belli.

Tra antico e moderno, architetture contemporanee e conservazione artistica, su un punto sono tutti d’accordo: il Verdi esige una soluzione.

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