Il Liceo Scientifico "Majorana" di Orvieto si aggiudica il 1° Premio "Ursula Grohmann" con un lavoro su Maria Crespi

Il Liceo Scientifico "Majorana" di Orvieto si aggiudica il 1° Premio "Ursula Grohmann" con un lavoro su Maria Crespi
di Monica Riccio
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Lunedì 14 Febbraio 2022, 18:15

Il Liceo Scientifico "Ettore Majorana" di Orvieto, venerdì 11 febbraio, a Perugia, si è aggiudicato il 1° Premio "Ursula Grohmann" con un lavoro sulla figura della professoressa orvietana Maria Crespi dal titolo “Se le cose di Maria potessero parlare…”. Per i ragazzi orvietani della classe 3S1 guidati dalla dirigente dell'Istituto, Lorella Monichini, e dalle docenti Ruina e Averardi, è stato un pomeriggio davvero particolare quello che li ha visti primeggiare su oltre 40 classi in arrivo da tutta l'Umbria all’Università degli Studi di Perugia per la premiazione del Concorso "Ursula Grohmann - Donne in Scienza”, al cui bando avevano risposto  inviando un lavoro per la categoria “Una scienziata da scoprire e raccontare" con la quale hanno raccontato la vita della professoressa Crespi, e del suo amore per la scienza. 

«Insieme alla Dirigente e alle docenti - raccontano i ragazzi - ci siamo ritrovati a Perugia, nella Aula Magna del Rettorato dell’Università, dove abbiamo ascoltato numerosi interventi, a partire da quello del Magnifico Rettore Professor Maurizio Olivieri, fino ad arrivare a quello della Professoressa Maria Francesca Cotrufo del Natural Resource Ecology Lab della Colorado State University, che è intervenuta collegandosi dagli Stati Uniti. 

Tutti i relatori hanno speso parole per incoraggiare le studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, provenienti da tantissime scuole umbre, a riflettere sul tema del ruolo delle donne nella scienza. Parole che sono arrivate dritte al cuore, parole che puntano a spronare in particolare le studentesse a essere pienamente loro stesse e a seguire le loro passioni, approfondendo lo studio delle tematiche scientifiche, le cosiddette Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics). È stato un pomeriggio pieno di emozioni - continuano i ragazzi - e anche di malinconia per le molte persone presenti, che hanno reso omaggio alla memoria della Professoressa Ursula Grohmann, recentemente scomparsa, per anni componente della Giuria e speaker d’eccellenza nella giornata dell’11 febbraio.

Siamo arrivati a Perugia senza aspettative e ce ne siamo andati con il primo premio - massima è la gioia dei ragazzi e delle insegnanti - quando è stata annunciata la nostra vittoria e siamo stati invitati a ritirare il premio eravamo titubanti, non avevamo realizzato che tra 48 elaborati quello vincente fosse risultato proprio il nostro. Ciò che più ci ha colpito è stata la motivazione della nostra vittoria: “un testo originale, poetico e profondo capace di cogliere e comunicare tutte le problematiche della vita di Maria Crespi, donna e scienziata, un testo di grande potenza espressiva, che ha saputo unire due mondi: quello umanistico attraverso una scrittura intima e quello scientifico”.

È stata un’esperienza unica e indescrivibile che ci ha portato molta gioia e soddisfazione.

Tutto è iniziato una mattina, prima delle vacanze di Natale, quando le professoresse Ruina e Averardi sono letteralmente piombate in classe nostra tutte entusiaste per invitarci a partecipare a questo concorso e in poco tempo ci hanno convinto.

La nostra indagine si è basata sulla ricerca biografica di una donna di spicco della storia orvietana recente. Maria Crespi e la sua carriera scientifica: dal leggendario laboratorio di via Panisperna alla vita Orvietana. Maria Crespi, una donna di Orvieto, con un grande sogno che ha visto andare in fumo, lei che voleva diventare una scienziata, condurre la sua vita a fare ricerca. Maria Crespi era una donna forte, intraprendente, entusiasta, piena di energia e di voglia di fare. Siamo subito stati coinvolti e colpiti da questa splendida donna e dalla sua triste storia. Da lì è cominciato il nostro lavoro e la nostra ricerca per conoscere più nel profondo  la vita  di Maria Crespi. Ci siamo basati su testimonianze indirette, interviste e fonti narrative e, in questo modo, ci siamo documentati.

E' stata una vera immersione e, in questo modo, abbiamo ragionato, creato connessioni, impressioni e, infine, abbiamo scelto di immedesimarci negli oggetti lasciati da Maria: la collana, la penna stilografica, la scrivania, il camice e le sue scarpe piane. Abbiamo dato vita a questi oggetti e li abbiamo fatti parlare, come se si rivolgessero proprio a Maria, che li aveva lasciati e abbandonati. Scrivere in questa maniera è stata un’esperienza bizzarra, non ci era mai capitato di dover dare vita ad un oggetto, né di cambiare punto di vista. Emblematica e rappresentativa di chi fosse veramente Maria Crespi è la scelta, per esempio, di far parlare le sue scarpe piane. Oggetto simbolico, in quanto al tempo le donne non erano solite indossare scarpe basse, ma con il tacco. Questa scelta ha significato per noi far emergere la ribellione di Maria, la sua piccola rivoluzione in un mondo ancora antico, il suo particolarismo e il suo modo di essere. Possiamo sicuramente dire che è stata una bella esperienza e vincere il primo premio è stato ancora più emozionante.

Grazie alla professoressa Maria Crespi, grazie alle donne nella Scienza che credono nella loro intelligenza».

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La professoressa Crespi si è spenta a Orvieto il 21 giugno 2002 all'età di 102 anni, nella propria casa di via Maitani, di fronte al Duomo, dove abitava. Era nata il 23 febbraio 1900, sempre a Orvieto. Il padre Alcide, insieme alla moglie Ida, entrambi di origini bergamasche, si era trasferito a Orvieto perché medico presso l'Ospedale. Nel 1926 si laurea in chimica all’Università di Roma, mentre frequenta il leggendario laboratorio di Via Panisperna. In quegli anni inizia la carrieria scientifica di Maria Crespi e in seguito l'abilitazione all'insegnamento. Allo stesso tempo è iscritta al Partito Fascista, è fiduciaria della Gioventù italiana del Littorio. Insegna presso vari licei di Roma per poi stabilirsi al “Filippo Antonio Gualterio” di Orvieto dove resterà, insegnante di chimica e scienze fino al 1970. 

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