Il legame tra Canova e San Gemini nella mostra documentaria a Santa Maria Maddalena

Il legame tra Canova e San Gemini nella mostra documentaria a Santa Maria Maddalena
di Aurora Provantini
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Venerdì 7 Ottobre 2022, 08:34

SAN GEMINI - Canova e San Gemini: un legame che si rinsalda. L’associazione culturale Antonio Canova ’91 celebra lo scultore di Possagno nel bicentenario della morte con una mostra documentaria che apre il 19 ottobre nel borgo medievale dell’Umbria del Sud. Per Luciana Iannaco Medici, donna colta e curiosa che ha intrapreso il lavoro di ricerca sulla vita del genio del Neoclassicismo pubblicando vari saggi a lui dedicati, organizzare un evento espositivo a San Gemini significa rispondere ad un imperativo interiore: «E’ un dovere, oltre che un privilegio, allestire una mostra che testimonia il legame del “novello Fidia" con il territorio di San Gemini, documentando, ove possibile, le motivazioni che spinsero Canova ad entrare in possesso del maestoso palazzo che si affaccia sulla piazza San Francesco (ora di proprietà di Luciana Medici, ndr) e della tenuta di Valle Antica». Non è certo la prima volta che Luciana Medici organizza eventi espositivi (e convegni) a San Gemini aprendo spesso la porta del palazzo che fu residenza estiva di Canova e che custodisce la mappa dei terreni che l'artista possedeva e che gli era stata donata da Pio VII, in occasione del recupero di tante opere d'arte trafugate dai francesi. Quel documento farà parte della mostra allestita presso l’auditorium di Santa Maia Maddalena fino al 20 novembre con il patrocinio del Comune di San Gemini. In esposizione: la mappa donata da Papa Pio VII, le lettere e i verbali che attestano la presenza della famiglia Canova a San Gemini, immagini e fotografie di documenti, oltre alle opere di due artisti contemporanei “in dialogo con Canova”: Ugo Antinori (schegge di memoria e interferenze) e Franco Ottavianelli (erme bifronti).
Luciana Medici ricorda che il ritorno di Antonio Canova in Umbria nei primi anni dell'800, fu segnato dalla presenza del suo fratellastro Giovan Battista Sartori Canova. «Lo scultore, già riconosciuto come il più grande artista del secolo, in Umbria intrecciò rapporti con intellettuali, artisti ed accademie d'arte da cui ebbe importanti riconoscimenti. A San Gemini, grazie all'abate Sartori che aveva consolidato antiche amicizie con autorità ecclesiastiche e con religiosi locali, l'artista acquistò un ingente patrimonio di beni immobili e di terreni. Presto la famiglia Canova divenne proprietaria del palazzo e dei terreni, vigneti, oliveti, seminativi, di Valle Antica».
«Nel testamento dell'ottobre 1822, in punto di morte - segnala la scrittrice - Canova indicò il fratellastro Giovan Battista Canova erede universale. In particolare espresse la volontà di utilizzare le rendite della “possessione” di San Gemini per la costruzione del grande Tempio di Possagno suo paese natale. Già da anni aveva progettato di innalzare un tempio neoclassico dedicato ai possagnotti e luogo di culto che avrebbe dovuto custodire le sue ceneri e quelle del fratello. Il legame di San Gemini con Possagno per questo, divenne ancora più forte dopo la morte dell'artista il 13 ottobre 1822».
Un legame che Luciana Medici continua a rafforzare con l’attività dell’associazione Canova ’91 e che pone al centro San Gemini.

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