Contatti e conversazioni da cui la famiglia, assistita dagli avvocati David Giuseppe Apolloni, Eleonora Magnanini e Simona Betori, spera di riuscire a ricostruire le ultime ore del giovane che, secondo chi lo conosceva bene, non avrebbe avuto alcun motivo per suicidarsi. E certamente non in un albergo, impiccato con il collare del cucciolo che aveva con sé e dopo aver detto a un parente, incontrato due volte in centro la sera del 14, di avere in programma una bella serata in compagnia di una ragazza. E se il pm Tullio Cicoria ha al momento negato la perizia sulla catenella che reggeva la mensola portabiti a cui Alessandro è stato trovato impiccato in attesa dei risultati degli esami tossicologici, certamente gli altri accertamenti disposti dalla procura - decisa a valutare tutte le possibili ipotesi – potranno essere utili ad aiutare la famiglia a capire cosa sia successo in quella camera d'albergo. Dove all'arrivo della polizia la finestra era aperta (il cadavere è stato scoperto con l'aiuto di una scala, visto che lui non rispondeva e da dentro il cagnolino continuava ad abbaiare), la porta chiusa, c'erano diverse bottiglie di birra vuote e tre capi intimi che non sembrano appartenere al ragazzo.
A dimostrazione anche dell'attenzione che gli inquirenti stanno dedicando a questo strano caso (con l'autopsia che non ha rilevato segni di violenza), poi, la mamma di Alessandro tornerà nelle prossime ore a essere ascoltata in procura. Dopo un primo incontro di quasi quattro ore, in cui la donna ha espresso le perplessità della famiglia sull'ipotesi suicidio che hanno evidentemente convinto chi indaga, la mamma – che dal primo giorno ha battuto, con disperata determinazione insieme al marito, la zona intorno all'hotel alla ricerca di testimonianze, immagini e qualsiasi elemento utile – sarà nuovamente ascoltata. Sono tante e diverse le ipotesi alternative su cui la famiglia si interroga ormai da settimane, pronta davvero a tutto. In nome della verità.
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