Lo scopo dell’incontro, tenutosi in Bct, era quello di cercare di fare chiarezza sulle origini della statua, su cui si è sempre molto discusso, e fare una panoramica dell’antica Interamna Nahars: e le novità potrebbero essere interessanti. Dopo l’intervento in apertura dell’assessore alla cultura Andrea Giuli e quello del consigliere comunale Michele Rossi, che ha fatto del Telamone una delle sue battaglie, Andrea Agnetti e Francesco Usai hanno parlato della Terni preromana alla scoperta delle origini indoeuropee e protoceltiche degli antichi Umbri, mentre l’intervento di Giorgio Ortolani, professore associato dell’Università Roma Tre si è concentrato sul Telamone, che è stato da lui definito «una scultura anatomicamente perfetta, quasi michelangiolesca, probabilmente realizzata da un artista. Non locale». Il professore si è impegnato a fare ricerche per cercare di collocare meglio l’opera, che ha datato al II secolo d.C (140-150 d.C), in età Antonina. Le fattezze, come le labbra carnose e la capigliatura fatta di grossi ricci ribelli sembrano rimandare a quelle di un satiro. Ortolani ha affermato che una scultura simile era stata individuata da Andrew Stewart, professore di Arte e Archeologia del Mediterraneo antico a Berkeley, in California, che aveva coinvolto nelle ricerche; si tratta di un’opera conservata nei magazzini del museo di Hearst San Simeon State Historical Monument. Il nostro Telamone ha dunque un «gemello americano»? «La ricerca sul Telamone, che, se vogliamo, è la ricerca della storia della città, è appena iniziata» conclude Michele Rossi. Il prossimo appuntamento con l’affascinante Telamone è il 30 gennaio 2020, alle ore 16.30, in occasione della scoperta della targa con cui si intitolerà il Museo Archeologico a Claudia Giontella, quando ci sarà anche un’inaugurazione della statua.
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