Terni, lo strappo di "Terni al centro"
Il presidente Gianluca Munzi:
«Latini ha disatteso ogni promessa»

Il sindaco Latini
di Aurora Provantini
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Lunedì 19 Luglio 2021, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 16:03

«Ci sono voluti tanti anni per rendere il centro di Terni bello e attrattivo e sono bastati pochi mesi per buttarlo giù. Adesso è brutto e prevalgono i locali sfitti. Piazza del Mercato sembra la periferia di Beirut, Corso Tacito perde pezzi giorno dopo giorno e in Corso Vecchio le vetrine di Palazzo Briganti (duemila metri quadrati) si sono spente». Gianluca Munzi, presidente dell'associazione Terni al centro, critica l'immobilismo dell'amministrazione comunale. «Non è stato fatto niente per valorizzare il cuore di questa città» dichiara Munzi. E' duro: «Tutte le promesse fatte sono state puntualmente disattese».
Ricorda che tra i punti di forza del programma elettorale di Leonardo Latini, diventato sindaco di Terni a maggio 2018, c'era l'apertura in via sperimentale della Ztl. «Lo abbiamo votato anche per quel punto, perché sembrava che avesse a cuore il futuro delle nostre attività - evidenzia il presidente - ma non c'è stato niente da fare. I varchi non sono mai stati spenti neanche nelle fasce orarie che potevano favorire l'accesso di clienti e non si è assistito al alcun intervento di rigenerazione urbana».
I commercianti reclamano attenzione, programmazione e quel benedetto piano urbanistico che ancora tarda ad arrivare. «Ci siamo costituiti comitato nel 2019 e poi associazione pochi mesi dopo. Siamo andati dal notaio e abbiamo speso soldi nostri per poter partecipare al tavolo tecnico del Comune e dire la nostra ma non è bastato. Ci rapportavamo con l'assessore al commercio e con quelli all'urbanistica, che sono stati tre», prosegue Munzi.
In duecento (iscritti a Terni al centro) sono riusciti a portare a Terni, a Palazzo di Primavera, le opere del padre della Pop Art. Un evento straordinario per la città che nonostante la pandemia è riuscito ad attrarre flussi da fuori regione con la mostra Andy Warhol in the city.
«E' così che si fa -  interviene Paolo Beltrame, gioielliere da sessant'anni - ci vuole programmazione e amore per la propria città». E' stato presidente di Confcommercio dal 1978 all' 84 e di Terni Viva a cavallo del 2000, ha fatto nascere le manifestazioni Ieri e oggi motori a Terni e Cavourart, poi è stato spettatore della trasformazione di Terni. «Un peccato» ammette. Da Corso Vecchio si è spostato in via Garibaldi pochi mesi fa, dove ha ristrutturato il laboratorio orafo del padre e dove non paga l'affitto. «Solo qui in via Garibaldi sono 11 i locali vuoti che danno la sensazione di abbandono e degrado. Il Comune dovrebbe imporre l'utilizzo di quelle vetrine per mostre o altri tipi di eventi. Dovrebbe chiedere ai proprietari di immobile di concederne l'uso temporaneo ad associazioni o anche a privati per iniziative culturali, azzerare le imposte comunali, fare in modo che la città diventi in qualche modo più bella. Invece sta assistendo ad uno spopolamento che non si riesce in alcun modo a contrastare».
 

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