A Gubbio la proposta di appendere vessilli e stendardi e accendere fiaccole: come ci fossero i Ceri

A Gubbio la proposta di appendere vessilli e stendardi e accendere fiaccole: come ci fossero i Ceri
di Massimo Boccucci
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Domenica 19 Aprile 2020, 18:30 - Ultimo aggiornamento: 18:39
GUBBIO - I vessilli ceraioli in città e gli stendardi alle finestre, più la presenza di tante fiaccole per illuminare la città, come se la festa dei Ceri dovesse svolgersi regolarmente. Prova a reagire la città che senza la tradizione del 15 maggio si troverà più povera e depressa di quanto già non lo sia il tessuto sociale, economico e produttivo duramente provato prima dell’emergenza coronavirus. L’annullamento, considerato inevitabile da settimane pur se ufficializzato dal Comune solo mercoledì scorso, sta provocando reazioni a catena tra lo scoramento e il sussulto d’orgoglio non ritenendo chiusa la vicenda, col discorso peraltro aperto (per ora formalmente non se n’è parlato) su un’eventuale edizione 2020 posticipata all’11 settembre nella ricorrenza della traslazione del corpo del patrono dalla cattedrale alla basilica sul monte Ingino. C’è un dibattito aperto, soprattutto sui social, su come si possa e si debba vivere il maggio ceraiolo che sarà stravolgente rispetto agli ultimi decenni. La prima domenica del prossimo mese, il 3 maggio, i Ceri sarebbero stati portati in città fin dentro la sala dell’Arengo del palazzo dei Consoli con i bimbi festanti in un tripudio di colori e allegria. Stavolta non sarà così, resteranno nella basilica. La tristezza prende il sopravvento, ma c’è chi non si rassegna e pensa al modo di festeggiare comunque. Ci sarà da fare i conti con le decisioni del prossimo decreto governativo e nell’ambito della cosiddetta fase 2 che potrebbe partire. I ceraioli più sanguigni, anche ex Capodieci, sono pronti a organizzare qualcosa di eclatante: questo almeno esternano mandando segnali in ordine sparso. C’è invece chi pensa a qualche altra iniziativa, come il ricorso a qualche luminaria e rito ristretto simbolico per dare comunque un segno di vita, il 15 e soprattutto il 16 maggio nella ricorrenza del patrono. Lucio Lupini, presidente dell’associazione Maggio Eugubino, ha anticipato l’intenzione di promuovere la città vestita a festa: «Bisognerà pensare a qualcosa per onorare la vigilia e la festa di Sant’Ubaldo. Di sicuro proporremo che Gubbio sia imbandierata». C’è una scadenza alle porte che è la ricorrenza di San Giorgio giovedì prossimo, 23 aprile, che coincide con l’omaggio ai sangiorgiari defunti e l’investitura del Capodieci Fabio Uccellani (gli altri due, Alessandro Nicchi di Sant’Ubaldo e Andrea Tomassini di Sant’Ubaldo hanno già vissuto la loro giornata speciale rispettivamente l’8 marzo e il 17 gennaio): la Famiglia del Cero del santo guerriero vedrà con il sindaco Filippo Mario Stirati e il vescovo Luciano Paolucci Bedini se sarà possibile qualche forma di celebrazione.
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