L'allarme rosso è suonato in occasione dell'ultima conferenza dei sindaci dell'ex Ati 4, l'ambito territoriale dell'Umbria del Sud. È lì che sono emerse le criticità contabili che rischiano di far schizzare alle stelle la Tari. Le difficoltà di Green Asm, è stato spiegato ai sindaci, iniziano nel 2018, quando in bilancio la quota legata al pubblico per lo smaltimento dell'organico dei Comuni dell'ex Ati 4, tra cui Terni e Narni, tanto per citare i più grandi, prende il sopravvento, raggiungendo l'80 %. Un quota che permette di incassare alla Green Asm appena 85 euro a tonnellata. Al contrario del prezzo che viene fatto per ogni tonnellata di organico smaltito per il privato: 140 è la media commerciale degli impianti del centro Italia. All'inizio, Green Asm aveva trovato un suo equilibrio finanziario, visto che bilanciava bene smaltimento per il pubblico e per il privato. Equilibrio che di fatto è saltato e rischia di mandare all'aria la società. La soluzione è stata presentata all'Auri e prevede un adeguamento tariffario che porterebbe a 117 euro il costo di smaltimento dell'organico per i Comuni. Operazione che permetterebbe alla Green Asm di rimettere in sesto i conti e allo stesso tempo evitare la stangata sulla Tari per i maggior costi di smaltimento dell'organico che i sindaci dovranno affrontare.
«L'adeguamento tariffario è uno sforzo che con un piano di ammortamento si può fare. Ma in questa partita - commenta il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti - deve essere chiaro che il biodigestore Green Asm di Nera Montoro è un impianto strategico per l'Umbria e in particolare per l'ambito Ternano, Narnese ed Amerino che serve. Senza questo impianto, dove sarà smaltito l'organico e con quali costi? Impianti come questo vanno difesi per la loro strategicità, perché rappresentato un valore aggiunto nella filiera della differenziata».
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