Giove, un fiocco azzurro, un lutto e l'artista che canta "buon compleanno a me": la vita nella zona rossa

Giove, una delle vie del paese durante la zona rossa, il castello sullo sfondo
di Francesca Tomassini e Vanna Ugolini
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Martedì 21 Aprile 2020, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 09:03
Giove - Un fiocco azzurro e una vita che se n'è andata, quella di  Costantina Gurgu. Il pensiero per la salute di chi è ancora in ospedale e l'ansia di cosa sarà quando la zona rossa finirà e chissà se si potranno riaprire i negozi, chissà se ci sarà la possibilità di ricominciare a lavorare.  Nella zona rossa di Giove, in provincia di Terni, la via va avanti in un silenzio quasi irreale. E, comunque va avanti. Nei giorni scorsi, all'ospedale di Terni, è nato Gabriele, il bimbo di una coppia che vive nella zona rossa. Poche ore prima era Costantina Gurgu, 64 anni. Faceva la badante e mentre l'aziana che seguiva sta resistendo alla malattia, lei, che sembrava avesse superato i momenti più difficili, si è aggravata e in mezza giornata se n'è andata. E' stata sepolta a Giove, in solitudine e la sua famiglia potrà venire solo dopo la fine del lockdown a renderle omaggio, anche se le famiglie dove ha lavorato si passano il testimone a ricordare la sua gentilezza .
Quando per un'intera nazione la consegna è #iorestoacasa sembrerebbe, quasi, che non ci sia troppa differenza fra esserlo o meno. «Però non è così -precisa Luciana, giovese da generazioni- psicologicamente essere in zona rossa fa una grande differenze. E' vero, anche prima non potevamo uscire dal Comune, ma adesso è un pò come sentirsi prigionieri in casa propria. Certo -ammette- probabilmente è aumentato il senso di responsabilità dei singoli perchè la gente si è spaventata davvero». Nell'undicesimo giorno di zona rossa, quando (forse, a meno di proroghe)  ne mancano tre all'uscita dal tunnel, a Giove si cerca di mantenere i nervi saldi e continuare a organizzare la quotidianità nel miglior modo possibile.
«Non è facile -continua Luciana- ieri (lunedì ndr) per esempio, era il mio turno per andare a fare la spesa alla Coop (il sindaco Parca con un'ordinanza ha regolato gli accessi all'unico supermercato in base alle iniziali dei cognomi ndr) e nonostante questo ci ho messo tutta la mattina. Sono uscita intorno alle nove e sono tornata per pranzo».
Fra le tante privazioni e difficoltà, la spesa  è il tema che più continua a pesare sulla comunità. Per diversi motivi. «Sabato di fronte al supermercato -spiega Luciana- c'è stata anche una lite, perchè qualcuno con iniziali diverse da quelle previste per la giornata si era presentato comunque a fare la spesa. Sono dovuti intervenire i vigili. Ci sono altri tre piccoli negozi in paese è vero, ma uno è chiuso per Coronavirus, e anche per andare negli altri due ci sono file». Se serve qualcos'altro, qualcosa che non sia alimentare poi, è particolarmente dura. «A parte la farmacia è tutto chiuso. Lunedì, quando sono uscita per la spesa- ricorda- ho incontrato una signora anziana che aveva bisogno di fare la ricarica al cellulare ma non sapeva dove andare. La tabaccheria è chiusa, e quel giorno lo era anche la posta. La banca riceve solo su appuntamento. Certo, la signora avrà aspettato il giorno seguente, ma se nel frattempo avesse avuto bisogno di contattare qualcuno?»
In mezzo a tante difficoltà c'è spazio per qualche nota che fa tenerezza ma strappa un sorriso. «Per qualche giorno, alle 18 qualche vicino metteva della musica ad alto volume, delle vecchie canzoni -racconta- che facevano compagnia. La settimana scorsa invece, un signore qui di giove, che chiamano "l'artista", dal terrazzo di casa sua si è suonato e cantato "tanti auguri a me". Era il suo compleanno». Luciana come tanti in questo periodo non può lavorare. Della sua attività non sa cosa dire. Da una vita manda avanti una piccola pizzeria al taglio al centro del paese. «Abbiamo chiuso, come tutti -precisa- al momento non so cosa aspettarmi. Più di qualcuno mi ha chiesto perchè non faccio le consegne a domicilio ma devo pensarci. Mia figlia che lavora con me abita ad Amelia. Non saprei al momento come organizzarmi». Anche sul fronte delle altre attività bisogna ingegnarsi. Il marito di Luciana tiene qualche animale da cortile, fortunatamente entrambi vivono all'interno del perimetro della zona rossa. Però mio cognato che ha anche lui qualche animale -spiega la signora- fino a sabato non l'hanno fatto passare. Lui vive fuori comune e per qualche giorno abbiamo dovuto pensarci noi».  Poi il Sindaco ha proceduto ad un'assuzione diretta di responsabilità e ha risolto. «Io ci abito vicino ad Alvaro (Parca ndr) -dice orgogliosa Luciana- lo vedo spesso passare. Da quando siamo in questa situazione però non ha più orario. L'altro giorno -chiude- era già pomeriggio inoltrato e lui non aveva ancora pranzato». 
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