Piperno al PostMod con Cipria: «Le
donne nell'Italia prima della guerra
erano diverse da come le dipingiamo»

Piperno al PostMod con Cipria: «Le donne nell'Italia prima della guerra erano diverse da come le dipingiamo»
di Michele Bellucci
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Sabato 18 Marzo 2023, 11:13
PERUGIA - Questa sera il regista Giovanni Piperno sarà al cinema PostModernissimo per presentare “Cipria - Il film della vostra vita”, opera filmica decisamente singolare che sta ottenendo un crescente riscontro di pubblico diventando un vero “caso” (inizio dell’incontro alle 21.30, seguirà la proiezione). Anomalo e curioso è il tema, dato che tutto parte da un concorso indetto nel 1941 che invitava le donne italiane a raccontare le loro vite, per farne un film. Decisamente fuori dagli schemi il percorso promozionale, perché il documentario è stato presentato in anteprima al recente Torino Film Festival ed è letteralmente il passaparola che sta facendo volare sempre più in alto “Cipria”. Il film è stato realizzato dall’autrice Anna Villari con Piperno, che è anche il direttore artistico del PerSo - Perugia Social Film Festival.

Giovanni Piperno, il cuore del progetto è una ricerca d’archivio?
Sì, è stato un lungo e meticoloso lavoro di ricerca di quel materiale filmico che poi è diventato il film. Per fortuna il periodo della ricerca immersiva negli archivi è coinciso con il lockdown e forse anche per questo abbiamo potuto contare su una collaborazione incredibile degli archivisti, che perfino nei momenti peggiori della pandemia ci hanno mandato tantissime immagini.

Alcune di queste immagini sono del tutto inedite?
Decisamente, abbiamo scoperto delle vere e proprie “chicche” negli archivi dell’Istituto Luce. C’era un Marchese ad esempio, che ha girato immagini addirittura con il suono in presa diretta, cosa rarissima per l’epoca. L’abbiamo trovato per caso, visto che amava fare filmini erotici con gli amici e quindi il materiale è sempre stato tenuto nascosto. Ancora oggi è stato faticoso recuperarlo!

Nell’epoca dell’eccesso di immagini, cosa può significare un simile lavoro?
Beh, progetti del genere mettono in evidenza l’importanza di archivi storici. Oggi è vero che c’è un’inflazione d’immagine ma è molto difficile trovare gli sguardi o comunque qualcosa di davvero significativo. Penso alle scene in cui si vede un marito che si fa riprendere con la cinepresa dalla moglie, mentre di solito accadeva sempre il contrario. Sono piccole cose che rendono l’idea di come fosse diversa quell’epoca.

Avete scoperto qualcosa che non vi aspettavate?
Penso che molti dei documenti che abbiamo montato vanno contro gli stereotipi riguardo quell’epoca.

Credo che il merito sia dei giurati di quel concorso, che erano davvero avanti. Parlo tra gli altri di Cesare Zavattini, Alba De Cespedes, Luchino Visconti e Vittorio De Sica.

Proprio Zavattini inventò il concorso, insieme al pubblicitario Dino Villani che dopo la guerra diede vita a Miss Italia…
Esatto. Miss Italia oggi viene guardato con sospetto e c’è chi l’accusa di sessismo, ma all’epoca ha generato tutte le migliori attrici dell’epoca.

Lei aveva paura che il pubblico potesse interpretare diversamente le immagini rileggendole in chiave contemporanea?
In realtà no, piuttosto avevo paura che non trovassero il film emozionante. Invece devo dire che questa cosa mi sta stupendo e riempiendo di gioia.

Secondo lei perché si emozionano?
Molti ci ritrovano le madri, le nonne o anche il presente. Per tutti comunque è un qualcosa che non hanno mai visto prima…

Anna Villari, da dove è iniziata questa avventura?
La ricerca che è partita da un trafiletto di giornale che ho incontrato per caso. Ho subito capito che c’era qualcosa di curioso e forte da andare a cercare. Poi sono spuntate le storie, il concorso e tutta la cornice. Ho pensato che a questa vicenda dovesse venir restituita la sua dignità: iniziò come operazione commerciale ma poi divenne un qualcosa dalla forte valenza sociale.

Che figura delle donne dell’epoca emerge?
Sicuramente appaiono forti, caparbie e coraggiose. Noi abbiamo l’idea stereotipata di donne che negli anni ’40 immaginiamo sottomesse, invece queste tre storie rivelano un mondo completamente diverso. 

Il pubblico femminile che feedback vi sta dando?
Certamente le donne colgono la modernità di queste storie e in particolare si appassionano ai personaggi. Trovano in queste nonne e madri un coraggio inaspettato, capace di stupire. Sono donne normali ma che cercavano di trovare la propria strada. Il titolo l’abbiamo dato per quello, come la cipria che nasce leggera ma poi rivela una sua forza.

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