L'allarme del Procuratore di Terni: «Droga fra i giovani, la morte di Flavio e Gianluca non ci ha insegnato nulla»

L'allarme del Procuratore di Terni: «Droga fra i giovani, la morte di Flavio e Gianluca non ci ha insegnato nulla»
di Nicoletta Gigli
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Venerdì 26 Marzo 2021, 00:25

«Sulla morte di Flavio e Gianluca, dopo le fiaccolate e le paginate di giornale, è calato il sipario ma intanto riprendono gli arresti per spaccio di droga. Nell’ultimo triennio ogni anno 200 pusher sono finiti in cella per spaccio. Intanto riprendono i morti per overdose. Come la giovanissima Maria Chiara di Amelia, che va in overdose il giorno in cui compie i suoi 18 anni, quando il compagno le inietta l’eroina che, con un mix di alcol e sostanze, la porterà al decesso. Intanto un ragazzo ternano, che ha assunto la droga dello stupro, viene lasciato sul marciapiede ed è salvo solo grazie al netturbino che ha chiamato l'ambulanza. Chi gli ha ceduto la sostanza patteggia e poi viene arrestato di nuovo con la stessa droga nascosta nella sua auto».

Il procuratore, Alberto Liguori, parla di fronte alla commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza che sta approfondendo il quadro delle dipendenze patologiche diffuse tra i giovani.

Un intervento a tratti duro, fatto con il cuore diviso a metà tra il ruolo di guida della procura ternana e quello di padre. Parla delle sue “preoccupazioni per le elevate criticità legate all’accesso alle droghe da parte dei giovani, offerte dalla criminalità organizzata” e da quello che definisce “il mercato nero alimentato indirettamente dai nostri Serd italiani”. Il riferimento è al sacrificio di Flavio e Gianluca, scivolati dal sonno alla morte a 15 anni dopo aver assunto il metadone ceduto loro da un adulto che frequentava il Serd da 19 anni. “Mi pongo una domanda: Se ci fosse stato un intervento normativo efficace su un utente di un Serd con un percorso terapeutico caratterizzato da vari inadempimenti - si chiede Liguori - avremmo potuto impedire che Flavio e Gianluca incontrassero il loro pusher che li ha portati alla morte?” Il procuratore parla dei farmaci “affidati dai servizi sanitari agli utenti da gestire a casa” e invoca “interventi normativi e politiche di prevenzione in grado di curare eventuali potenzialità criminali di cui è capace un tossicodipendente riottoso”.

Parla dello “shopping giovanile dei ternani tra supermercati della droga e mercato nero”, dei “tantissimi minorenni segnalati per uso personale”, dell’elevato consumo in provincia “favorito da un dato geografico” e delle tante operazioni per liberare la città dallo sballo.

Come Gotham, con 30 arresti e la “restituzione” della Passeggiata e del cuore del centro ai cittadini, ai giovani: “Quando le liberammo dai pusher invitammo chi si occupa di politiche giovanili ad occuparle con laboratori e iniziative - dice Liguori - ma gli enti locali non hanno alimentato questa offerta che sinceramente ci aspettavamo. Le agende politiche hanno altre priorità - aggiunge il procuratore - non ci si mette all’ascolto dei giovani, iniziando dalle famiglie. Mi svesto dei panni da procuratore e mi chiedo a cosa servano le lezioni a scuola sui danni delle droghe con un linguaggio che non impatta sui ragazzini. Intanto le agende politiche degli enti locali quegli spazi restituiti alla città non li hanno riempiti. E il turnover dei soldati della morte - conclude con amarezza - consente di sostituire in fretta i pusher che sono stati arrestati”. 

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