Gelate notturne, in pericolo i vigneti nell'Orvietano. Cotarella: «No agli allarmismi, nei prossimi giorni la stima dei danni»

Gelate notturne, in pericolo i vigneti nell'Orvietano. Cotarella: «No agli allarmismi, nei prossimi giorni la stima dei danni»
di Monica Riccio
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Giovedì 8 Aprile 2021, 18:04

I quattro gradi sotto zero registrati intorno alle 7 della mattina di giovedì 8 aprile in quasi tutto l'Orvietano potrebbero aver messo in ginocchio le aziende vinicole della zona. Il condizionale è d'obbligo poiché le condizioni dei vitigni dopo la gelata della notte non sono le stesse per tutte le zone, in pianura o in collina, né per stato di avanzamento, addirittura - hanno spiegato alcuni produttori - da filare a filare. Il gelo ha colto infatti i vitigni in diversi stati di avanzamento, alcuni più avanti altri ancora indietro. Per tutti però sono confermati i danni. Molti. La stima di quanto però la situazione sia più o meno grave si potrà fare solo nei prossimi giorni, forse settimane.

Cauto ottimismo anche nelle parole di Riccardo Cotarella, enologo orvietano di fama internazionale, che sull'evento ha voluto frenare, almeno per il momento: «Certamente la gelata della scorsa notte non ha fatto bene alle coltivazioni - afferma Cotarella - è necessario non generare allarmismi.

Sarà possibile, solo fra qualche giorno, constatare e quantificare la portata del danno provocato ai vigneti.»

E proprio per questo molti produttori stanno controllando praticamente filare per filare lo stato dei vigneti. Alcuni stanno cercando di correre al riparo subito somministrando biostimolanti alle piante. «Il caldo anomalo dei giorni scorsi - spiegano - ha prodotto una accelerazione sul normale ciclo di sviluppo, la gelata ha quindi trovato la vite in un momento delicatissimo. Altri vitigni invece sono più indietro e probabilmente non hanno risentito del gelo inatteso.»

Trebbiano (in zona detto Procanico) e Grechetto sono i vitigni maggiormente sotto osservazione, poiché secondo il disciplinare della Denominazione d’Origine dell’Orvieto Classico, il 60% delle uve in assemblaggio deve essere costituito da proprio da queste due "anime". Grechetto, Chardonnay e Sangiovese, leggermente più avanti rispetto al Procanico, si stima potrebbero aver subito i danni maggiori, ma saranno le prossime settimane a permettere una più accurata stima dei danni.

Intanto, in attesa didati maggiormente parlanti, molti dei produttori locali stanno avviando colloqui con le associazioni di categoria per il da farsi in caso di danni. 

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