Calcio, basket e volley sono infatti sport di squadra che a fatica possono essere ricondotti alle regole di distanziamento che sono alla base della prevenzione.
«Noi però non ci siamo fatti spaventare -rivela il presidente Pietro Pallini - perché abbiamo atteso tanto questo momento e non vedevamo l’ora di poter accogliere nuovamente tanti giovani nei nostri gruppi sportivi. Certo, le misure di sicurezza ci impongono di ripensare radicalmente l’attività, costruendo metodi e percorsi nuovi per far vivere lo sport agli atleti, ma ci siamo rimboccati le maniche ed ora eccoci pronti».
Distanziamento, uso dei dispositivi di protezione, sanificazione dell’attrezzatura, sono le parole d’ordine per questa nuova fase, che comporta il sostenimento di ingenti spese per l’adeguamento delle strutture, l’igiene, i dispositivi e le attrezzature necessarie alla nuova didattica. «Sono costi – prosegue Pallini - che un soggetto non profit come il nostro, che va avanti grazie all’impegno disinteressato di tanti, non avrebbe potuto sostenere senza il supporto della Fondazione Carit, che ha avuto la lungimiranza di comprendere le esigenze del momento, emanando un apposito bando finalizzato a sostenere la ripresa delle attività di assistenza e beneficenza per i soggetti fragili in genere e per l’infanzia».
Il progetto della Bosico, che è stato favorevolmente valutato dalla Fondazione, si intitola “Fuori dagli schermi: gioco-sport per la vita”, «perché dopo tanto tempo passato in isolamento davanti ai video quello che più ci interessa è consentire ai ragazzi di riappropriarsi dell’attività motoria, di offrire esperienze positive per la loro vita, che vadano oltre il semplice apprendimento di una disciplina sportiva. Dopo la fase estiva all’aperto contiamo di poter tornare nelle palestre a settembre, ma ci stiamo organizzando anche per offrire elementi di didattica sportiva a distanza, per restare vicini ai nostri giovani amici e amiche in qualsiasi evenienza. Il nostro grazie va anche alla Casa Salesiana, che ci consente di usare i suoi campi negli orari liberi dalle attività ludiche ed educative dell’oratorio».
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