Il contentino del Frecciarossa MI-PG
e la nostra regione che resta indietro

Il contentino del Frecciarossa MI-PG e la nostra regione che resta indietro
di Ruggero Campi
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Domenica 18 Marzo 2018, 17:00
Non posso negare il piacere che ho provato quando ho ricevuto una lettera di un fedele lettore. Pur confessando di non avere particolare interesse per le automobili è rimasto attratto dai vezzi e le ossessioni degli automobilisti, e dalle rievocazioni della “Perugia che fu” in chiave “motoristica”, dai meccanici ai distributori, dagli stradini alle strade bianche. Tra le righe, tuttavia, emerge la su amarezza di vedere Perugia così malridotta. E facendo riferimento ai collegamenti ferroviari non ha potuto fare a meno di riportare ciò che ha toccato con mano.

Venerdì scorso dopo una vita di viaggi in treno alla rincorsa di improbabili coincidenze per Perugia, tra Foligno, Chiusi, Terontola, Firenze, di code in macchina allo snodo di Bologna e di sobbalzi sul Verghereto, aveva visto realizzarsi la magia: sugli avveniristici cartelloni luminosi della stazione di Milano è apparsa la parola “Perugia”. Quella scritta mi ha fatto un grandissimo effetto. Ho scattato foto a raffica spedite a tutta la rubrica di Whatsapp, con tanto di freccia disegnata sopra ad indicare il nome della città. Una data storica: Perugia con dignità di esistenza autonoma, una “destinazione”, non una stazioncina tra tante stazioncine di campagna sulla direttrice di Foligno, la filastrocca delle infinite fermate che ognuno di noi conosce a memoria, Figline, San Giovanni, Montevarchi, Castiglion Fiorentino, Camucia, Terontola, Tuoro…

Milano-Perugia non stop, l’inizio di una nuova era! All’arrivo a Perugia del Frecciarossa, il piazzale della stazione era vivissimo, tantissime persone, macchine in tripla fila, conducenti di autobus furibondi contro l’invasione del proprio tracciato riservato, ma devo dire che quella vita, anche se caotica, ha riempito tutti di allegria, rispetto al solito inquietante deserto di Fontivegge, con addirittura i pusher in serio imbarazzo! Ma l’entusiasmo per la città si è spento leggendo gli orari, i giorni effettivi in cui il servizio funziona e la mancanza di treni nel fine settimana, proprio quando gli spostamenti si intensificano. Evidentemente Trenitalia non poteva toccare nulla sulla linea Roma Firenze e gli umbri hanno avuto dalla politica ciò che si meritano, vale a dire il contentino di questo treno inserito a forza in un orario terribile. Il confine passa sempre da Arezzo: lì la linea si trasforma da d’epoca ad alta velocità, lì guarda caso passa l’autostrada del Sole, con buona pace dell’Umbria. Volete andare a Milano senza fermate? Svegliatevi alle 4! Insomma, alla fine questa scritta Perugia in testa al binario non mi sembra prometta niente di buono, né, ed è questa la che faccia parte di un progetto strutturato. Mi sembra che si annaspi per arraffare qualcosa, un treno Alta Velocità ogni tanto, magari in ore antelucane, un collegamento su gomma con l’agognata Firenze. E all’indomani dello storico primo viaggio PG-MI già si profila una guerra tra poveri: perché Perugia sì e Terni no? Perché non c’è una fermata ad Assisi? Perché non mettere un collegamento con Spoleto? 

Ecco, su queste stupidaggini vedrete che l’Umbria e la sua politica riusciranno a dare il meglio di sé, promettendo a tutti qualcosa e realizzando il niente per tutti. Ora proviamo a riprendere sonno evitando di svegliarci tutti sudati… naturalmente a Milano e non tutti i giorni. Con la speranza che a Yuma gli umbri, oltreché con un volo da Sant’Egidio, in futuro ci potranno andare anche con un treno da Fontivegge passando, però, per Terni, ci mancherebbe!
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