Le città visibili. In memoria di Giorgio Armillei/ Mauro Franceschini: «Dal Comune al Manifesto 51, idee contagiose»

Le città visibili. In memoria di Giorgio Armillei/ Mauro Franceschini: «Dal Comune al Manifesto 51, idee contagiose»
di Mauro Franceschini
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Giovedì 3 Marzo 2022, 23:46 - Ultimo aggiornamento: 23:51

In occasione dell'incontro di sabato 5 marzo Le città visibili. Idee e progetti per Terni ricordando Giorgio Armillei ore 10, al Caos, proponiamo alcuni spunti di riflessione sui temi che saranno trattati.

"Le città visibili”, un tema apparentemente scontato? In fin dei conti tutte le città sono visibili. Ma personalmente lo ritengo denso di sfumature e di diversi significati, per certi versi anche provocatorio, perchè può puntare i riflettori su quanto di visibile c'è realmente in città ed apre la discussione sulla visione che si ha della città stessa. Un titolo poi che diventa assolutamente appropriato se lo si usa per un incontro in memoria di Giorgio Armillei, persona che, avendo ricoperto  molteplici ruoli nella Società civile ternana, in ognuno di questi ha saputo essere sicuramente un visionario. Intendiamoci, visionario nell'accezione anglosassone del termine, che denota una spiccata capacità di analisi della situazione attuale e successiva abilità nell'individuare una prospettiva futura, un obbiettivo. Tutto questo, Giorgio Armillei, lo ha sempre e soltanto elaborato con un unico scopo: quello di fare il bene della propria amata città. Ogni volta che avevo la fortuna di ascoltarlo, a prescindere da qualunque fosse l'argomento sul tavolo, riusciva a trasmettere un'amore incondizionato e contagioso per la nostra Terni. Non era mai affascinato dal bene personale e privato, ma spendeva tutto se stesso per il bene pubblico, quello della città e dei suoi abitanti.

Non posso certo dire di averlo conosciuto a fondo, la nostra non era un'amicizia profonda, di quelle che nascono da ragazzi, ma sin da quando ho avuto modo di incrociare il suo percorso (lui era Assessore della Giunta Di Girolamo ed io Vice-Presidente di Confartigianato), in una riunione sul tema dell'innovazione tecnologia, ho subito notato che il suo non era un approccio usuale.

Non pensava a soluzioni di breve periodo, facilmente e velocemente cantierabili che portano immediata visibilità politica e conseguente consenso, ma si chiedeva e ci chiedeva come le scelte in discussione potessero portare vantaggi alla città, ai cittadini ed alle imprese. Quello scambio di idee, in quella riunione sull'innovazione tecnologica non ebbe sviluppo (scelte politiche portarono il Sindaco alla revoca del suo incarico) ma di quella esperienza, ce lo siamo confidato più volte, abbiamo conservato una sorprendente comunione di vedute: per persone che prima di allora non si conoscevano non era affatto scontato, ma su molte cose la pensavamo allo stesso modo. Fu così che anni dopo, insieme con Giuseppe Croce e Luca Diotallevi, anche io e Giorgio Armillei siamo stati protagonisti di quella che non ho dubbi a definire “la straordinaria esperienza del Manifesto dei 51”. Complice il lock-down di marzo 2020, tutti chiusi in casa a fare i conti con il dilagante utilizzo delle videoconferenze e di una quantità di tempo libero mai vista prima, ci incontravamo virtualmente anche due volte alla settimana e ci confrontavamo sulla nostra visione della città. Questo ha portato alla redazione di un documento, un vero e proprio Manifesto, che è stato poi sottoscritto da 51 soggetti diversi, rappresentanti a vario titolo della società civile, che ha sollevato un dibattito pubblico prima di allora appiattito e quasi inesistente. Il contributo di Giorgio Armillei a quel Manifesto fu sostanziale, corposo e determinante. La visione che lui aveva della città, l'idea di rigenerazione urbana declinata in vari modi, rileggendo oggi il Manifesto, risulta essere più attuale che mai, in uno scenario che vede, potenzialmente, una quantità di risorse senza precedenti, sommando quelle del PNRR a quelle della programmazione comunitaria dei fondi strutturali. Ora più che mai dobbiamo far convergere le visioni di tutti e fare sintesi, per concentrare le risorse sugli investimenti e non sulla spesa, per non lasciarci sfuggire questa occasione unica di rilancio per Terni che di certo non capiterà più.

Presidente Confartigianato

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