Formazione, la Regione ha dimenticato i maestri artigiani

Formazione, la Regione ha dimenticato i maestri artigiani
di Federico Fabrizi
2 Minuti di Lettura
Giovedì 30 Gennaio 2020, 19:02
PERUGIA L’idea risale a oltre sette anni fa. Li avevano chiamati “maestri artigiani”. Perché conoscono un mestiere, lo praticano e possono insegnarlo. Per questo era stato messo in piedi anche un albo regionale ad hoc: i maestri artigiani e le botteghe scuola. Poi, però, come capita spesso alle buone idee, finiscono per essere dimenticate. Così i maestri artigiani sono finiti in fondo ad un cassetto e tanti saluti. Ceramisti, orafi, intagliatori: l’idea partorita dalla Regione consisteva nel tenere insieme artigianato, formazione, sviluppo economico e anche il turismo. Perché i mestieri “di una volta” non sono soltanto un’opportunità per i giovani - così suonava il ragionamento - ma potrebbero diventare caratterizzanti di una certa immagine di Umbria, buona per essere venduta all’esterno: l’Umbria dei borghi e delle botteghe. Ora la richiesta dal mondo dell’artigianato è di ritrovare quella buona idea finita in fondo ad un cassetto, riattualizzarla e trovare i fondi per farla funzionare. «Perché la Regione non utilizza i propri maestri artigiani? - si chiede Carla Corna, presidente del comitato artigiani di Deruta – Dove sono finiti i fondi che si era promesso di dedicare a questa iniziativa? Molti mestieri e botteghe rischiano di scomparire, mangiati dalla crisi e dalle grandi imprese... e con la vita resa sempre più complicata a causa della burocrazia, ma noi rappresentiamo una risorsa che meriterebbe di essere aiutata e sostenuta, siamo nelle condizioni d’insegnare dei mestieri e così farli sopravvivere». Il meccanismo messo in piedi nel 2014 era quello della work expercience: l’allievo si mette a lavorare in bottega e impara dal maestro. La Regione c’aveva messo i soldi: 800 euro al mese all’apprendista e 500 all’insegnante con l’obiettivo nobile di salvare un certo sistema di piccole imprese. A quella chiamata avevano risposto in tanti: s’erano messi in fila in 1700, molti erano giovani. Da allora niente più: c’è l’albo dei maestri artigiani a cui ora è diventato complicato, praticamente impossibile, iscriversi. La Regione ha dimenticato le sue botteghe, sulle quali aveva iniziato ad investire. «Faccio un appello alla nuova giunta – rimarca la Corna – recuperare quel progetto, anche con uno spirito nuovo: aveva funzionato, può tornare a funzionare anche meglio». Le vicine Marche si sono messe all’opera ed è stato avviato un progetto proprio dedicato ai “maestri”, nel frattempo i piccoli artigiani si stanno organizzando sotto l’insegna “le piccole botteghe devono sopravvivere”. E l’Umbria, che i suoi maestri ce li ha che fa? Per la serie: un problema da trasformare in opportunità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA