Perugia e il laboratorio degli orrori:
così il 21enne torturava i gatti

Perugia e il laboratorio degli orrori: così il 21enne torturava i gatti
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Giovedì 12 Febbraio 2015, 16:03 - Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 19:08

PERUGIA - Quattro mesi di indagini per assicurare alla giustizia il giovane perugino indagato per l'uccisione e le torture su tanti gatti in un fondo occupato abusivamente a San Sisto. Come anticipato dal Messaggero mercoledì, infatti si è conclusa con la denuncia di un 21enne per uccisione di animali e invasione di edifici la brillante operazione dei carabinieri della stazione di Castel del Piano.

L’attività investigativa è iniziata il 29 settembre 2014 quando i carabinieri sono intervenuti davanti a scuola per la presenza della carcassa di un cucciolo di gatto scuoiato ed appeso sulla parte superiore del cancello pedonale del plesso scolastico, fra lo sgomento e la paura di insegnanti, alunni e genitori che non credono ai lori occhi.

Lavorando su testimonianze e conoscenza del territorio, i carabinieri individuano un piccolo annesso di proprietà privata divenuto addirittura un vero e proprio laboratorio degli orrori.

Infatti, i militari irrompono all’interno di un magazzino, abusivamente occupato, rimanendo da un lato positivamente impressionati per il ritrovamento di elementi probatori utili a sostenere l’ipotesi accusatoria, dall’altro altrettanto negativamente impressionati per l’orrore che trovano di fronte ai lori occhi.

Rinvengono infatti all’interno del vano un arsenale costituito da strumenti per la tortura e l’uccisione di animali (picconi, macete, carabine ad aria compressa, accette, forbici da giardino, coltelli, fascette in plastica, cavi elettrici, pugnali di varie dimensioni, roncole e similari, provette di uso sanitario, nastri adesivi), che riportano ancora tracce di materiali biologici di natura animale. Tali strumenti, secondo i carabinieri, sono inequivocabilmente riconducibili all’episodio scoperto il 29 settembre 2014.

L'operazione, coordinata dal pm Manuela Comodi, si conclude con l’individuazione del 21enne perugino che ha trasformato quel fondo in un laboratorio artigianale dove deporre gli strumenti del mestiere, al fine di commettere tali barbarie. A seguito della successiva perquisizione domiciliare, a casa del ragazzo vengono trovati ulteriori strumenti della stessa specie pronti per essere trasportati e impegnati nel laboratorio/covo, che inchiodano definitivamente il giovane alle proprie responsabilità.

Sconosciute al momento le motivazioni che hanno indotto il giovane a porre in essere queste azioni delittuose, né tanto meno lui è stato in grado di fornire spiegazioni. Le indagini proseguono senza soluzione di continuità, anche al fine di individuare eventuali complici del ragazzo.

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