Fontivegge choc, la droga e le vite buttate a vent'anni

Un frame del video delle ragazzine trovate a drogarsi in mezzo ai palazzi
di Egle Priolo
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Giovedì 6 Gennaio 2022, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 10:16

PERUGIA - L'hanno trovata con l'ago della siringa pronto a entrare in vena. Per una dose di eroina appena acquistata e subito da iniettare. Ha poco più di 20 anni, ma nell'area intorno alla stazione Fontivegge la conoscono in molti, dal momento che assieme ad un'altra amica e ad altri giovanissimi coetanei viene segnalata da tempo non solo a rovinarsi la vita con la droga ma anche a creare disagi a chi vive e lavora nella zona.

Nel pomeriggio di martedì la ragazza è stata vista nella zona dell'Ottagono dagli operatori del servizio di portierato e sicurezza della One che hanno immediatamente avvertito la polizia locale perché la ragazza stava per iniettarsi una dose di eroina.

Una volta sul posto, gli agenti del nucleo decoro urbano di Fontivegge, hanno provveduto al sequestro della siringa e della sostanza, segnalando per l’effetto la ragazza alla prefettura come assuntore per seguire il relativo programma terapeutico.

Conosciuta, e neanche poco, alla stazione. La ventenne, infatti, secondo quanto si apprende appartiene al gruppetto di giovani e giovanissimi diventati da mesi ormai un problema per i residenti perché spesso sorpresi a bucarsi negli spazi condominiali se non addirittura all'interno degli ascensori. L'estate scorsa un lettore ha fatto pervenire al Messaggero un video scioccante, in cui si vedevano due giovanissime ragazze intente a bucarsi. Il ragazzo le ha notate mentre tornava a casa. Una in piedi, l’altra buttata come uno straccio in un angolo buio. Con l’ago ancora nel braccio. L’arrivo del giovane le ha spaventate, con l’ago sfuggito di vena e il sangue iniziato a uscire. Un urlo di spavento e dolore che si è trasformato subito in spavalderia, come se quello in torto fosse il residente. «Mi hai fatto prendere un colpo», dice una delle due sbiascicando. «Non è questo il posto per bucarsi. Ti puoi alzare per favore?», è la replica composta. «Mi hai spaventato, ma che vuoi, vattene», insiste. «Ma ti sembra questo il posto? Ma ora le siringhe dove le buttate? Non le potete lasciare lì». «No, ok, le buttiamo». «Ah, ecco. E tutto il sangue chi lo pulisce – insiste il ragazzo -. Ma avete 20 anni, vi rendete conto di come state ridotte?». «Sei bello tu», è la risposta. «Non è questione di essere bello. Da qui possono passare i bambini. E se vi vedono a fare questo? Non potete farle a casa queste cose?». «Noi ci facciamo dove ci pare, forse non hai capito, non è che ce lo dici tu».

Qualche giorno dopo e stessa sorte è capitata a un'altra residente, quasi tramortita dallo choc, dalla paura e dal disgusto dopo aver aperto l'ascensore condominiale e averci trovato all'interno due ragazze intente a drogarsi. Le stesse. Anche in quel caso la donna ha cercato non solo di sottolineare come in quel posto non potevano starci, ma anche a cercare di farle rendere conto di come stiano buttando la propria vita. La stessa cosa che nelle ultime ore hanno cercato di fare gli agenti della polizia locale e gli operatori One con la ragazza all'Ottagono. Nella speranza che dopo la segnalazione alla prefettura possa cominciare una nuova vita.
Egle Priolo

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