Foligno, truffa ai danni dello Stato: operaio chiede i permessi per assisterie la nonna ma va in vacanza e pubblica le foto su Facebook

Foligno, truffa ai danni dello Stato: operaio chiede i permessi per assisterie la nonna ma va in vacanza e pubblica le foto su Facebook
di Giovanni Camirri
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Lunedì 15 Ottobre 2018, 10:36
FOLIGNO - Nei giorni scorsi, i militari della Compagnia Guardia di Finanza di Foligno hanno concluso le indagini nei confronti di un operaio che si è recato all’estero, almeno in due occasioni, mentre usufruiva dei permessi retribuiti previsti dalla legge 104/1992, norma quest’ultima che permette di assentarsi dal lavoro per accudire i congiunti malati e con gravi forme di disabilità. L’uomo aveva chiesto al proprio datore di lavoro dei permessi 104 per accudire la nonna. Invece si recava, unitamente alla compagna, in vacanza all’estero. Nel corso del 2017, le Fiamme Gialle hanno riscontrato che il lavoratore si è recato a Bangkok per capodanno e a Barcellona per ferragosto; in entrambi i casi, l’uomo ha chiesto la concessione di tre giorni consecutivi di permesso retribuito per la Legge 104/1992, «agganciandoli», quindi, a giorni di ferie o a riposi settimanali, in modo da aver a disposizione un periodo più lungo. Le indagini, svolte con il coordinamento della Procura della Repubblica di Spoleto, avviate con l’esame del profilo facebook, laddove sono state rinvenute foto delle vacanze, sono proseguite incrociando i dati rilevati al centro per l’impiego, all’Inps, presso le compagnie aeree ed infine dal datore di lavoro. Per la persona, 30nne di Foligno, è scattata la denuncia a piede libero alla competente Autorità Giudiziaria per truffa aggravata nei confronti dello Stato, per la quale rischia la reclusione da uno a cinque anni, oltre al licenziamento per giusta causa. Continua, quindi, l’attenzione della Guardia di Finanza nel settore della spesa pubblica e delle frodi nei comparti della previdenza e assistenza, il cui contrasto mira a garantire l’effettivo sostegno alle fasce più deboli della popolazione, evitando il dispendio di risorse a beneficio di soggetti non aventi diritto, senza dimenticare che l’indebito accesso a prestazioni assistenziali genera iniquità e mina la coesione sociale.
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