FOLIGNO - C’è un pezzo di Foligno che chiede più di altre realtà cittadine attenzione. È Belfiore dove molti residenti lamentano un fortissimo, e in gran parte già evidentissimo, rischio di desertificazione, l’assenza di un progetto di rilancio turistico essendo la zona la porta d’accesso alle cascate del Menotre, alla vallata e alla parte montana che si estende fino a Rasiglia. E poi c’è la questione pulizie e rifiuti e il transito di tanto in tanto “di persone che suono ai campanelli con ogni probabilità per vedere se c’è gente in casa o se l’abitazione è vuota”. Un grido, quello che parte da Belfiore che non è piangersi addosso, prendersela con qualcuno o lanciare accuse verso quella o l’altra direzione. Un grido che è voglia, concreta, di rinascita ch davvero con poco si può realizzare. “La zona – dicono alcuni residenti – dell’area casette post terremoto 1997 meriterebbe la manutenzione di parte del verde dove oggi c’è una folta presenza di sterpaglie, un diverso posizionamento dei cassonetti destinati alla raccolta di rifiuti. Un elemento, quest’ultimo, che può apparire questione di lana caprina, ma che tale non è. La collocazione dei cassonetti stradali, infatti, si trova in un punto non sufficientemente illuminato e “comodissimo”, invece, per chi vuole disfarsi di immondizia beffando le regole della differenziata. Parte di quei cassonetti è a ridosso del vicino corso d’acqua e si può anche essere il rischio che parte di quei rifiuti ci finisca dentro”.
LA QUESTIONE
“Ci rendiamo perfettamente conto – proseguono – che non siamo l’unica realtà che chiede attenzione.