FOLIGNO È finita con la sconfitta a Rieti(2-0) e la retrocessione in eccellenza per quello che è l’epilogo naturale di un campionato in cui la giovane squadra di Tizzoni tra mille problemi societari e gli infiniti avvicendamenti in panchina, ha cercato di onorare fino alla fine. Ma quando mancano le basi difficilmente arrivano i miracoli e per certi versi è giusto così.
Il Foligno paga da anni il prezzo di realtà societarie caratterizzate nei migliori dei casi da mala gestione ma che ultimamente, con gli infiniti e surreali passaggi di proprietà, ha assunto delle fattezze tragicomiche e farsesche.
Per questo chi si aspettava che a salvare la baracca potessero essere dei ragazzi volenterosi ed in qualche caso anche con del talento, è rimasto deluso. Il tutto in un silenzio assordante da parte di una città che appare rassegnata fino all’apatia e le cui istituzioni sono le prime ad essere totalmente indifferenti.
Cosa aspettarsi adesso? Sia che il presidente Colavita si tenga la società o, come annunciato già da tempo, la ceda, sono da risolvere velocemente tutte le pendenze economiche che si sono accumulate a cominciare dai rimborsi ai giocatori. Solo grazie al saldo degli emolumenti, con la conseguente firma delle liberatorie da parte dei giocatori e dello staff tecnico, sarà possibile iscrivere il Foligno al prossimo campionato di Eccellenza: al contrario, nel caso in cui il club non dovesse essere in grado di riconoscere ai tesserati sotto contratto almeno i rimborsi maturati al 30 aprile scorso, la Lega vieterebbe alla società qualsiasi tipo di affiliazione e di iscrizione ai campionati dilettantisti nazionali e regionali.