Foligno, ricatti hard online: ecco dove finiscono i soldi estorti alle vittime. In azione la polizia.

Foligno, ricatti hard online: ecco dove finiscono i soldi estorti alle vittime. In azione la polizia.
di Giovanni Camirri
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Martedì 22 Gennaio 2019, 15:59
FOLIGNO - Ricatti sessuali dopo l’aggancio online, che fine fanno i soldi che pagano le vittime per evitare la diffusione dei filmati hard che li riguardano? Lo ha scoperto il Commissariato di Foligno con i poliziotti del Settore Anticrimine. Finiscono in paradisi fiscali e quindi è di fatto impossibile recuperarli, così come è sempre più complesso, nonostante l’individuazione dei server utilizzati, perseguire che commette questo tipo di reato perché opera, sempre più spesso, da paesi nei quali non esiste la reciprocità dei reati informatici con l’Italia. Il meccanismo diabolico è semplice e contestualmente efficace. La vittima riceve una richiesta di amicizia attraverso i social più noti come Facebook, da una giovane di bella presenza, dai tratti non eccessivi e che sembra in apparenza una brava persona. E fin qui nulla di particolarmente rilevante. Quando carnefice – la ragazza che chiede l’amicizia – e vittima – l’utente social d’età compresa tra i 20 e i 50 anni – iniziano a scambiarsi messaggi il tutto si sposta improvvisamente sul altre piattaforme tipo chatroom che nulla hanno a che fare con social di volta in volta usato per proporre amicizia. In questa nuova stanza virtuale lo scambio di battute online si fa sempre più “caldo” fino ad arrivare ad uno spogliarello che coinvolge ambo le parti che si vedono attraverso le webcam. La carnefice, però, d’improvviso si blocca e dice candidamente alla vittima di aver registrato tutto. Quindi scatta il ricatto con minacce di diffusione del filmato a tutta la lista contatti della vittima. Divulgazione che può essere annullata soltanto dietro pagamento di una cifra che varia tra i 200 e i 300. I casi di questo tipo segnalati al Commissariato di Foligno seno una decina al mese. L’indagine degli specialisti dell’Anticrimine hanno permesso di capire fino in fondo il meccanismo. Molte delle vittime pagano per evitare la divulgazione del video che li riguarda in atteggiamenti piuttosto scottanti, altri invece non cedono al ricatto e proseguono per la loro strada. Le somme pagate vengono accreditate in conti che, stando alle risultanze investigative della polizia di Foligno, si trovano in paradisi fiscali in particolare in diverse realtà del continente Africano. . La singola cifra al centro del ricatto può apparire di non particolare rilievo ma se si calcola il numero potenziale delle vittime i numeri lievitano esponenzialmente. Resta poi da capire come quelle somme, razziate a chi vive la propria vita online, vengono utilizzate dai balordi che stanno dietro questi ricatti. Nell’ambito delle investigazioni, poi, si è scoperto che chi architetta queste truffe con estorsione di denaro e ricatti vari è ben a conoscenza delle normative che regolano i rapporti tra stati esteri, soprattutto quelle che non ci sono. I server utilizzati per mettere a segno il piano si trovano infatti in nazioni dove non esiste la reciprocità con l’Italia per i reati informatici.
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