LA STORIA
A raccontare le origine storiche del rione Spada ci pensa lo Jacobilli: “così nominata perchè li Spatarij Popoli antichi occuparono questa Contrada, et a loro spese edificarono l'antica Porta appresso la Chiesa di S. Gio. dell'Acqua, sopra la quale sino al presente si vede scolpita l'arme antica, d'una spada nuda ritta ch'usavano detti Spatarij, e poi gli habitatori di questo Rione. Comprende al presente fuochi n° 146. [...] Ha per lati verso il Monastero della Trinità li Cipischi, verso la Morte il Borgo, verso le Concie li Feldenghi, verso S. Carlo l'Ammanniti”. L'Arme attuale non si discosta dalla tradizionale iconografia precedente, anche se l'elsa appare diversa da quella tratteggiata dal Morichini. La porta di cui parla lo Jacobilli è la Porta Spatara; secondo una tradizione araldica la spada d'argento sarebbe il simbolo di San Paolo. Passando all’era moderna, nella rideterminazione del 1946, lo Spada ha inglobato il Borgo (che il Faloci posizionava dalla parte opposta della città) e parte di Piazza vecchia; confina con Ammanniti da un lato, La Mora, Pugilli ed ha il fiume Topino alle spalle. Rientrano nei confini del Rione il Palazzo Trinci e le Conce. Lo Spada ha una delle parti di territorio più suggestive della città. Merito degli Spatari è il recupero del Portico delle Conce, così chiamato perché anticamente vi erano poste diverse concerie di pellame.
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