Foligno, «Ma di che colore siamo oggi?». Ristoratore del centro storico espone le bandiere

Foligno, «Ma di che colore siamo oggi?». Ristoratore del centro storico espone le bandiere
di Giovanni Camirri
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Venerdì 15 Gennaio 2021, 13:00

FOLIGNO - Nel caos per capire in quale zona siamo c’è chi ha trovato una soluzione pratica, efficace e soprattutto visibile a tutti. L’idea è venuta all’Umami, attività del centro storico di Foligno di proprietà della famiglia Rosi. A spiegare di cosa si tratta è Diego Rosi che col fratello Alessandro, il papà e la mamma gestisce il locale. “Il concetto – dice Diego Rosi a Il Messaggero - è stato quello di porre una bandiera ben visibile e che non crea intralci, affinché si possa comprendere giorno per giorno in che colore siamo. L’idea è venuta a mio padre Fulvio e sta dando importanti risultati. L’incertezza generale sui colori ricade automaticamente sui cittadini ed in particolari sui clienti che frequentato attività o negozi. Nel nostro caso ci siamo più volte trovati a far fronte a richieste tipo “Ma si può prendere un caffè?”, “Ci si può sede o dobbiamo optare per l’asporto?”, “Si può entrare e consumare a colazione, pranzo o cena?”. Domande legittime, ovviamente, e per noi sono state uno sprone per dare una risposta collettiva utile a tutti. Abbiamo acquistato tre bandiere una rossa, una arancione e una gialla e in base al colore indicato dalle norme. Abbiamo avuto una importante risposta da parte della clientela grazie a questo piccolo espediente che riduce, in qualche modo, il disagio delle persone nel dover chiedere il colore da rispettare quando invece – prosegue – serve un po’ di serenità davanti ad un caffè o a un buon piatto cercando in qualche modo un po’ della normalità, ovviamente nel rispetto delle regole, che manca a tutti”.

IL PUNTO

Una simpatica idea che riassume la voglia di andare avanti anche in forza di importanti investimenti. “Le conseguenze della pandemia tra lockdown e cambi d’orario – ricorda Diego Rosi – hanno determinato per noi cali di fatturato pari a circa il 75%.

Ciò non ha riguardato, ovviamente, soltanto noi come proprietà ma ha pure pesato sui nostri 16 dipendenti che hanno avuto il 25% circa dello stipendio essendo calate le ore di lavoro per tutti. Non parliamo di semplici dipendenti ma di validi collaboratori che sono tutti bravi, professionali e sui cui puntiamo perché la nostra idea è il lavoro di squadra dove ciascuno ha un ruolo e un compito e l’obiettivo è comune. Non siamo abituati a fermarci e proprio per questo abbiamo rilevato un locale importante nella zona dove c’è il polo commerciale di Sant’Eraclio, area di grande espansione, e se tutto procederà per il meglio lo apriremo a Pasqua. Dico questo perché – ricorda – la nostra famiglia ha deciso di investire nella città in cui vive da sempre, appunto Foligno. Umami qui in via Garibaldi e il nuovo Umami sono l’esempio della nostra volontà e determinazione imprenditoriale. Certo è che andremo avanti, pur facendo tanti sacrifici in particolare in questo periodo segnato dalla pandemia, fin quando sarà possibile. Siamo i primi a rispettare le disposizioni anti Covid e per questo – conclude Diego Rosi – proseguiremo su questa linea”. Una semplice idea, quella delle bandiere, spiega come aguzzando l’ingegno si può creare un servizio semplice e utile.

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