Foligno, la fauna selvatica trova casa lungo il fiume Topino: c'è il Cormorano e il Martin Pescatore

Foligno, la fauna selvatica trova casa lungo il fiume Topino: c'è il Cormorano e il Martin Pescatore
di Giovanni Camirri
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Mercoledì 10 Marzo 2021, 13:30

FOLIGNO - Alla scoperta della vita selvatica all’interno del tessuto urbano di Foligno. Un viaggio bellissimo che dà anche sorprese importanti tra nuove e vecchie presenze. A raccontarle a Il Messaggero è Alfiero Pepponi, presidente della Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) dell’Umbria. “La nostra indagine – dice Pepponi - alla scoperta della vita selvatica dentro il tessuto urbano di Foligno ci ha fatto scoprire due nuovi protagonisti uno elegante e “aerodinamico”, il Cormorano che lo si può ammirare sul Topino, posato sui platani di fronte alla Torre dei Cinque Cantoni e si distingue per la caratteristica posa ad ali semiaperte, che assume per asciugare al sole il piumaggio. Quando vola, presenta una tipica forma “a croce”, per le dimensioni del collo e della coda: forse per questo in Norvegia è considerato “sacro” o, quantomeno, di buon auspicio. Si distingue per il collo lungo e raffinato, ma anche per la tipica colorazione scura del piumaggio. Mentre in passato il Cormorano era una specie quasi esclusivamente costiera, attualmente è presente anche in tutta la rete idrica interna. L'altro protagonista – prosegue il presidente di Lipu Umbria - ha due i caratteri distintivi che rendono questo uccello inconfondibile: anzitutto il piumaggio, brillante, sfumato di turchese e verde smeraldo sul dorso, mentre il petto appare di un vivo arancione. Il Martin pescatore lo si può osservare spesso appollaiato su un ramo nei pressi dell’acqua, dove – come è facile intuire dal nome che porta – si tuffa abilmente in picchiata non appena individuata la preda. In grado di ingoiare prede relativamente grandi per la sua dimensione, lo si può osservare immobile, per ore, con lo sguardo rivolto all'acqua, in attesa del passaggio di qualche pesce; quindi le sue abitudini alimentari: non è raro osservarlo immobile per ore, appollaiato in prossimità dell'acqua, nella quale è solito tuffarsi non appena individuata una potenziale preda.

Come è facile immaginare, la specie ha sofferto parecchio per la progressiva cementificazione di fiumi e torrenti. Altro fattore critico, l'inquinamento, che ha sia impoverito che alterato chimicamente la sua dieta, costituita quasi unicamente da pesce”.

L’IDEA

“A questo punto – suggerisce il presidente Pepponi - sarebbe interessante poter progettare ed attuare una ricerca sull'ambiente urbano per poi allargarla su tutto il territorio comunale, dalla pianura agli altipiani Plestini, tramite la realizzazione di un atlante ornitologico. Lo scopo, che sarebbe quello di censire l’avifauna urbana, va oltre la semplice indicazione di presenza, nidificazione o svernamento, infatti, la metodologia di indagine dell’atlante ornitologico urbano contribuendo ad una conoscenza approfondita delle dinamiche ornitologiche in rapporto anche ai cambiamenti di habitat in atto nelle aree urbane si è rivelata uno strumento utile sia da un punto di vista scientifico perché gli uccelli, che fungono da indicatori, forniscono informazioni sulla qualità ambientale, sia per una corretta pianificazione urbanistica e – conclude - una gestione sostenibile del verde urbano”. Insomma, non solo abitanti umani nel tessuto urbano ma anche animali, in questo caso particolari volatili, particolari, belli e da rispettare, senza dimenticare la loro funzione essenziale per la tutela dell’ecosistema e dell’equilibrio della natura intesa in tutte le sue declinazioni Foligno viene ribadito l’invio di non disturbarli.

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